Ormai siamo abituati ad assistere alla nascita o alla distruzione di isole in mezzo agli oceani a causa delle eruzioni vulcaniche; l’esempio più vicino a livello temporale l’abbiamo avuto a dicembre a causa del Krakatoa. Spesso quando un nuovo pezzo di terra emerge dalle acque è a causa del materiale vulcanico. Creazioni del genere durano poco in quanto non sono esattamente compatte e l’azione delle onde finisce per disperdere il tutto, ma ci sono delle eccezioni.
Nel non troppo lontano dicembre 2014 ci fu l’eruzione di un vulcano tra le isole Hunga Tonga e Hunga Ha’apai il cui risultato è stata la creazione di un terza isola che non sembra avere un nome ufficiale. Quella zona del Pacifico è nota per essere instabile e di fatti negli ultimi 150 anni sono nate ben tre isole, ma solo quest’ultima è sopravvissuta più di qualche mese e secondo la NASA potrebbe durare ancora tra i 5 e i 30 anni.
Un ecosistema simile a quello di Marte?
Quest’isola ha suscitato particolare interesse negli scienziati della NASA a causa del suo aspetto e delle dinamiche evolutive del luogo; il tutto sembra assomigliare a Marte milioni di anni fa. Oltre a del semplice fango infatti gli scienziati sono stati in grado di assistere alla nascita di vegetazione e, in un ciclo di causa ed effetto, anche della presenza di animali come i barbagianni o le sterne fuligginose, un altro tipo di volatile.
L’intero sito, a detta dell’Agenzia Spaziale statunitense, è il luogo ideale in cui studiare come i paesaggi vulcanici abbiano interagito con l’acqua sul pianeta rosso.