Pagamenti digitali? Questione di versatilità

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La penetrazione dei pagamenti digitali è ormai un fenomeno radicato, che si propaga a macchia d’olio anche tra i più restii rispetto all’uso delle nuove tecnologie. Superata la fase critica del periodo Covid, nel 2022 le transazioni hanno toccato una vetta di 397 miliardi di euro, che equivalgono al 40 per cento dei consumi totali.

Comodità, velocità e sicurezza sono i punti di forza dei vari tipi di pagamenti digitali più utilizzati dalla popolazione italiana, su cui predominano in modo rilevante le carte e gli wallet, in crescita di 18 punti percentuali rispetto all’anno precedente, così come evidenzia la ricerca dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano. Un dato significativo emerso dall’indagine dell’ateneo riguarda anche i pagamenti non connessi al possesso di una carta, il cui volume di transazioni è stato di ben 7 miliardi di euro.  Tra le tecnologie di pagamento di ultima generazione, si segnala un crescente uso di sistemi innovativi come gli smartwatch e i dispositivi wearable, il cui slancio in percentuale è stato del 122 per cento.

Quello che colpisce, però, è soprattutto la versatilità dei mezzi tecnologici applicati ai pagamenti e allo shopping, visto che la parola chiave del futuro è “omnicanalità”, in risposta a un tipo di utente/consumatore che sceglie gli acquisti via e-commerce ma non rinuncia al contempo allo switch con il canale fisico. L’esempio classico sono le app, che, per mezzo del QR CODE o di sistemi di riconoscimento biometrici come le impronte digitali, favoriscono anche le transazioni offline in tutta sicurezza, al pari di portafogli come Google Pay o Apple Pay.

Se, in linea generale, l’analisi del successo dei sistemi di pagamento elettronici si concentra sulla comodità – specialmente nel caso dei wearable o delle applicazioni, sulla velocità delle compravendite sul doppio canale e sui bassi costi di gestione e commissione, rispetto ai metodi tradizionali, vero è che l’abbandono progressivo del contante ha imposto a tali nuovi metodi anche una certa versatilità d’uso.

In poche parole, ormai gli utenti e i titolari di conti online possono fare di tutto, e non solo acquistare presso marketplace anche internazionali, comodamente e in più valute. In particolar modo si distingue la tendenza, in netto aumento, ad includere servizi di ogni tipo tra il ventaglio di possibilità offerto dai mezzi tecnologici di pagamento.

Uno dei trend messi in luce dalla ricerca del Politecnico di Milano è, ad esempio, il “Buy Now, Pay Later”, lanciato da PayPal e ripreso da altri operatori del settore, come sistema di dilazionamento dei pagamenti, in rate mensili e senza interessi o costi aggiuntivi di commissione. Questo tipo di attività è arrivata a un transato di ben 2,3 miliardi di euro e, nell’86 per cento dei casi, è stata applicata agli acquisti online di beni costosi o magari di lusso ai quali i consumatori, pur non potendo comprarli nell’immediato, non hanno voluto rinunciare. La versatilità di cui si è parlato è resa possibile anche da un approccio integrato dei maggiori operatori di servizi di pagamento telematico, che viene attuato anche tramite partnership con aziende di ogni genere.

Un ulteriore esempio, in questo senso, sono i programmi “cashback” di Postepay, la ricaricabile del Gruppo Poste Italiane. I titolari delle carte, usando l’opzione “Paga con Postepay”, ricevono infatti un rimborso in percentuale sulle spese sostenute presso i negozi convenzionati, dai supermercati ai ristoranti, passando per le stazioni di rifornimento di carburante e gli hotel, a seconda della zona di riferimento. Il principio base è quello di poter scegliere di usare il metodo di pagamento prescelto in un ampio range di occasioni, il che ne consolida anche l’utilità e, in qualche modo, la sua insostituibilità.

Oltre a Postepay, anche Paysafecard si è distinto tra le nuove metodologie di transazione digitale, grazie a un codice voucher prepagato di 16 cifre che lo svincola da conti bancari, carte di credito e dati o informazioni personali e/o sensibili.  Il suo successo è dato anche da una sua particolare “specializzazione” come operatore di riferimento nell’ambito dell’entertainment online, come conferma la partnership con G2sport, ma anche il fatto che sia possibile depositare denaro e prelevare le vincite nei casinò con Paysafecard, e che sia accettato anche negli shop online di Epic Games, Minecraft, PlayStation, Steam, Spotify, Xbox, Dropzone e Google Play. Dal lato inverso, Paysafecard si può acquistare negli store più diffusi nel territorio, da Unieuro alla Metro, da Esselunga a Eurospin.

Il concetto, già analizzato, è proprio quello di “omnicanalità”, considerato anche che i consumatori ormai sono sempre più esigenti e preparati da un punto di vista di alfabetizzazione digitale applicata ai pagamenti.

In questo senso i servizi di intrattenimento non sono gli unici coinvolti in tale trend: tornando alla Postepay, grazie a un accordo con PagoPA, i titolari della prepagata possono effettuare versamenti alla Pubblica Amministrazione, dalle tasse scolastiche ai bollettini, dalle multe ai modelli F24. L’estensione dei pagamenti di servizio include però anche bollettini MAV indirizzati a compagnie assicurative, condomini, società finanziarie, trasporti pubblici e altro.

In definitiva, si investe sempre più nel multiservizio. A tal proposito, il 12esimo Rapporto sulle Tendenze dei Mezzi di Pagamento di Minsait Payments, chiarisce come il 40 per cento degli italiani si sia dovuto adattare in più occasioni all’utilizzo di metodi di transazione diversi da quelli prescelti.

Il dato si traduce non tanto nel ritorno del contante, quanto nella necessità, per gli operatori del settore, di spingere ancora l’acceleratore sulle opzioni di pagamento multiple, e il più possibile inclusive dei diversi tipi di servizio.

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