Quando si parla del morbo di Alzheimer ormai ci sono così tante teorie che viene difficile individuare un preciso organo da cui è partita la malattia. Per il morbo di Parkinson sembrerebbe esserci la stessa situazione anche se non così definita. Un nuovo studio sembra aver individuato nei reni la possibile origine della patologia, una parte non sospetta finora a cui ci si è arrivati concentrandosi su una particolare proteina.
Una ricerca cinese si è concentrata sulla proteina alfa-sinucleina, anche denominata alfa-Syn che è già associata al morbo di Parkinson. Il problema con la suddetta è che la produzione interna può subire uno sconvolgimento andando a creare degli aggregati in grado di disturbare le normali funzioni del cervello. Si è visto che la proteina, oltre ad accumularsi in questo organo, può anche trovare casa all’interno dei reni.
Il Parkinson e il collegamento coi reni
Lo studio, al momento piccolo, ha individuato questo accumulo nei reni in 10 persone su 11 che avevano una diagnosi di Parkinson; c’è anche un collegamento con persone con diagnosi di demenza legata ai corpi di Lewy ovvero altri aggregati della proteina in questione. Al tempo stesso, in 17 persone su 20 che soffrono di insufficienza renale cronica sono stati trovati questi aggregati senza però segni neurologici. Con questi numeri si parla di uno studio apripista.
Le parole dei ricercatori: “Dimostriamo che il rene è un organo periferico che funge da origine di α-Syn patologica. La rimozione dell’α-Syn dal sangue potrebbe ostacolare la progressione del morbo di Parkinson, fornendo nuove strategie per la gestione terapeutica delle malattie a corpi di Lewy.”