Batteria scarica. Il popup meno rassicurante di tutti i tempi. Se la tua batteria Android è sempre a terra c’è un motivo ben preciso. Ne è sicuro il MIT che fornisce una risposta alla causa del battery–drain dei nostri dispositivi.
Batteria scarica, ecco i colpevoli
Il MIT (Massachussets Institute of Technology) di Boston ha stilato un rapporto esaustivo che pone in chiaro la causa del rapido deterioramento energetico nell’uso quotidiano dei nostri dispositivi rivolgendosi alla batteria dei nostri smartphone in particolar modo prendendo in esame specifici presupposti.
Tale studio basa infatti le proprie fondamenta sul back-end di traffico internet generato da alcune applicazioni ritenute responsabili di tale comportamento senza che l’utente finale possa trarne alcun beneficio in senso stretto. L’impatto sulle prestazioni della batteria è più significativo e si pone in luce nei confronti delle applicazioni del Google PlayStore responsabili dell’accaduto.
Il Team ha scoperto che ben il 62.7% delle app Android opera in segreto trasferendo una quantità di dati che incide significativamente sull’impatto prestazionale energetico. Le 20 applicazioni responsabili sono molte volte dei must-have del sistema Android e, di queste, ne ritroviamo riscontro certo dalla tabella che segue.
Ciò che emerge sono un gran numero di connessioni a server privati ingiustificate che generano traffico nonostante siano posto in blocco dall’utente tramite la gestione dei permessi concesse alle rispettive applicazioni. Estrapolando alcune informazioni dal rapporto ufficiale sappiamo che:
“Twitter utilizza connessioni cifrate per raccogliere informazioni sugli allegati multimediali utilizzati dai followers sui Tweet. Go Keyboard invia informazioni crittografate ai server launchermsg.3g e nextbrowser.goforandroid.com mentre Pandora e Spotify inviano informazioni e statistiche di utilizzo a Facebook. Le informazioni provenienti dai QR Code Scanner vengono trasferite ad eBay che provvede a reindirizzare l’utente verso popup che rispecchiano i propri gusti sul piano degli acquisti online prelevando tali informazioni da server riservati come data.redlaser.com”
Pur procedendo al blocco di detti server non si riesce a derivare il carico di informazioni che giungono a questi. Su questo presupposto il MIT ha allora deciso di estendere la ricerca alle prime 500 applicazioni del PlayStore rilevando stavolta un’incidenza del 46.2%. Non è affatto un caso che, in cima alla lista, siano presenti le API Google.
Seguita Gameloft che, per le prime 500 posizioni, rispecchia un dato pari all’87.4% di comunicazioni segrete.
Quanto incide questo sulle performance della tua batteria?
Sapere quanto incide la presenza di trasmissioni segrete in rete da parte delle applicazioni è un fattore puramente soggettivo legato fondamentalmente al numero di connessioni stabilite in un arco temporale ben definito. La frequenza è un parametro fondamentale. Tanto più è il numero di chiamate ai server tanto maggiore sarà l’impatto di rete sull’autonomia batteria Android.
Un fattore che preoccupa benché non completamente estraneo all’ambiente, che prolunga il timeout di connessione alle nostre reti mobili e WiFi e porta ad un rapido deterioramento della capacità del nostro smartphone. Il transfer deI dati in background costituisce un grave problema considerando l’impatto sulla sicurezza registrato ai danni dell’utente finale.
Gli sviluppatori si autofinanziano alle spalle degli utenti ignari di tale comportamento scorretto che, assieme al problema autonomia, costituisce il più grosso collo di bottiglia della storia della tecnologia internet. Privacy ed autonomia non sono mai stati così compromessi. Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo su simili strategie d’intesa tra gli sviluppatori? Lasciateci un commento al riguardo.
Fonte: ExtremeTech