Foto di Kelly Sikkema su Unsplash
La nostra memoria sembra avere un’inclinazione naturale verso i ricordi negativi. Ma perché accade? La risposta potrebbe trovarsi nelle nostre radici evolutive, nella biologia del cervello e persino nelle fasi della vita che attraversiamo.
Secondo la psicologa Laura Carstensen, la predisposizione a ricordare eventi negativi ha radici profonde nell’evoluzione. Per i nostri antenati, notare e ricordare il pericolo era una questione di sopravvivenza. Per esempio, ricordare la presenza di un leone nascosto tra i cespugli era essenziale per restare in vita, mentre il bel fiore dall’altra parte non rappresentava una priorità.
Questa tendenza è nota come bias della negatività: il nostro cervello assegna maggiore attenzione e peso emotivo agli eventi negativi rispetto a quelli positivi.
I momenti difficili o traumatici non solo si imprimono con più forza nella memoria, ma spesso diventano lezioni di vita. Il cervello utilizza queste esperienze per prepararci a situazioni future simili. Ad esempio, un ricordo doloroso può guidarci a evitare scelte che potrebbero portarci nuovamente a provare lo stesso dolore.
Anche l’età gioca un ruolo fondamentale. Gli studi dimostrano che i giovani tendono a ricordare più intensamente le esperienze negative. Questo potrebbe essere legato al fatto che hanno davanti a sé un futuro lungo e incerto, che li spinge a raccogliere quante più informazioni possibili per affrontarlo.
D’altro canto, con l’avanzare dell’età, le persone iniziano a concentrarsi più sul presente e sugli aspetti positivi della vita. Gli anziani, infatti, sembrano avere una maggiore capacità di godere del momento e apprezzare ciò che li circonda, lasciando in secondo piano i ricordi negativi.
Va ricordato, tuttavia, che i nostri ricordi non sono perfetti. Gli eventi a lungo termine spesso subiscono distorsioni: ciò che ricordiamo potrebbe non corrispondere esattamente alla realtà vissuta.
Ricordare momenti negativi può sembrare un peso, ma questa inclinazione della memoria ha uno scopo: proteggerci, insegnarci e farci evolvere. E, mentre in gioventù i ricordi dolorosi possono sembrare predominanti, con il tempo impariamo a lasciare andare il passato e a concentrarci sul presente, trovando gioia nelle piccole cose.
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