Diversi giorni fa, c’è stato un incidente alla centrale elettrica che si trova vicino alla città di Norilsk. Una cisterna ha di fatto rovesciato in un fiume artico 20 mila tonnellate di combustibile diesel. Si tratta di un danno enorme, ma la colpa viene data proprio al permafrost che si sta sciogliendo.
La città in questione si trova sopra il Circolo Polare Artico. La maggior parte del territorio è coperto da permafrost. Quest’ultimo, sciogliendosi, sta causando parecchi problemi. Molte costruzione sembrano non avere più un appoggio solido, tubature vengono portate alla luce e così anche discariche coperte di rifiuti tossici.
La situazione, in realtà, è ben noto al governo russo che infatti sta facendo di tutto per risolvere la situazione e bonificare, almeno in parte, la suddetta città, una delle più inquinate al mondo. Il processo di bonifica è stato affidato a Norilsk Nickel, un gigante che commercia in Nickel e che in quella zona della Siberia ha trovato la sua fortuna.
Il permafrost si sta sciogliendo
Il 65% del paese è coperto da questa forma di ghiaccio. Nel 2018 il ministero dell’ambiente russo ha avvertito che la fusione sta minacciando tubature e strutture. Norilsk non è l’unica città che versa in questa situazione, ma un po’ tutte le città minerarie presenti sopra il Circolo Polare Artico in Siberia.
L’evento degli scorsi giorni è il secondo peggiore mai avvenuto nella storia moderna russa. Il fiume in cui si è versato il combustibile si è colorato di rosso per oltre 20 chilometri e si sta dirigendo verso il lago in cui sfocia.