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Ormai è ben noto che la carne d’allevamento non è un qualcosa che va di pari passo con l’ambiente. Il nostro consumo di carne è ben collegamento ai cambiamenti climatici a causa di come viene gestito il tutto, volenti o nolenti. Di alternative ce ne sono, ma le diete sono troppe radicate nella nostra società. Senza dover fare un taglio troppo netto però, ci sono sempre i pesci e i frutti di mare.
Una dieta a base di pesci ha due aspetti importanti positivi che si possono condensare in uno solo, una migliore efficienza tra apporto energetico dell’alimento in sé è l’inquinamento ad esso collegato per farlo arrivare alle nostre tavole. Per esempio, il salmone, l’aringa, lo sgombro, le acciughe e le cozze d’allevamento hanno un impatto molto più basso sul clima rispetto alla carne, anche degli allevamenti di pollo.
In generale, le tecniche che vengono usate negli allevamenti e l’acquacoltura, così come le differenze quando si parla nella produzione e nella raccolta, hanno un impatto molto più basso sul clima. Un altro aspetto interessante è che si può fare anche di più per andare a ridurre gli effetti, cosa difficilmente applicabile o raggiungibile se si parla della carne.
Spostarsi sempre di più verso diete a base di pesci e frutti di mare potrebbe avere anche un ulteriore aspetto positivo. Come è noto, i nostri oceani stanno soffrendo particolarmente l’aumento delle temperature così come anche un inquinamento più tangibile con la spazzatura. Cambiando dieta potrebbe portare quindi a una cura migliore degli ambienti acquatici.
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