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Photobucket diventa a pagamento, le conseguenze sul web e l’ira degli utenti

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Milioni di immagini perdute, recuperabili solo attraverso il pagamento di un riscatto: non è l’infelice trama di un film a tinte scure ma la vicenda che ha coinvolto Photobucket e l’improvviso cambiamento dei termini e condizioni del servizio. Nel giro di qualche giorno il web si è ritrovato faccia a faccia con l’intenzione del famoso sito di hosting di far pagare ai propri utenti un upgrade del servizio al prezzo di 390 dollari.

Il malcontento si è naturalmente diffuso a macchia d’olio su scala internazionale. Photobucket ospita quasi quindici miliardi di immagini per un totale di 200 milioni di utenti, un servizio da sempre riconosciuto come eccellente. La possibilità di caricare foto in maniera gratuita e senza limiti è ciò che lo ha reso famoso e utilizzato in ogni parte del mondo. Ma adesso sembra che il successo sia destinato a finire, soprattutto dopo le ultime vicende.

Photobucket diventa a pagamento a discapito degli utenti, cosa è davvero successo?

Gli utenti che oggi si ritrovano abbandonati e senza le loro immagini accuratamente conservate sull’hosting di Photobucket non hanno dubbi: si tratta di un riscatto vero e proprio. In effetti non hanno tutti i torti visto che l’azienda ha inspiegabilmente deciso di trasformarsi in un servizio a pagamento in totale tranquillità, dimenticando di avvisare i propri utenti. L’avviso del cambiamento dei termini e condizioni di Photobucket è stato affidato ad un generico pop-up: dentro solo poche righe e nessuna informazione in merito.

L’utente si è così ritrovato ad accettare un tacito consenso, come accade in molti casi simili. Giunge il pop-up, si legge di quei termini e condizioni da accettare e frettolosamente si procede sul sito dando un consenso le cui conseguenze rimangono ignote. Con la differenza che qui ad essere protagonista dell’intera vicenda è Photobucket, un mostro sacro dei servizi hosting.

Dopo il primo generico e blando avviso del 26 Giugno, l’azienda ha fatto sul serio. Un blackout ha coinvolto gli utenti di tutto il mondo, oscurando le immagini legate a Photobucket su siti, forum e piattaforme e-commerce. Sono proprio Amazon e Ebay a contare i maggiori danni infieriti sugli ingenui venditori che oggi si ritrovano con annunci parzialmente o interamente rovinati dalla mancanza delle immagini. Vuoti da colmare, disperati tentativi di recupero ma soprattutto tanta rabbia è ciò che serpeggia oggi tra gli increduli utenti.

Upgrade di Photobucket, azione regolare o truffa?

Ha il sapore di un riscatto l’avviso che attualmente campeggia nello spazio prima riservato alle immagini degli utenti. ‘’Effettua l’upgrade se vuoi continuare ad usufruire del servizio’’ esclama a grandi linee un banner  dietro il quale si cela un pagamento obbligatorio di ben 399 dollari. La somma copre un abbonamento annuale e consente di riottenere le proprie immagini ma gli utenti proprio non ci stanno e minacciano un’azione legale di massa.

Tranquilla la risposta dell’azienda che ammette di non avere colpe, ma di aver agito secondo un principio di trasparenza e lealtà. Utenti colpevoli di eccessiva distrazione o ingiusta strategia di marketing? Impossibile dare una risposta in questi casi.

Photobucket a pagamento, cosa cambia e prezzi

La decisione di Photobucket nel diventare un servizio a pagamento dopo anni trascorsi come hosting completamente gratuito fa discutere, così come destano scalpore i prezzi proposti nei nuovi termini e condizioni del servizio.  L’abbonamento a Photobucket presenta modalità e prezzi differenti per qualsiasi esigenza, più nello specifico:

  • Da 5,99 dollari a 39,99 dollari al mese per il piano base;
  • 59,99 dollari annuali per Photobucket Plus 50 Plan con 52 GB di spazio disponibile;
  • 99,99 dollari annuali per Photobucket Plus 100 Plan con 102 GB di spazio disponibile;
  • 399,99 dollari annuali per Photobucket Plus 500 Plan con 500 GB di spazio disponibile.

Tutto regolare, insomma. Almeno secondo l’azienda che alle accuse degli utenti abbandonati risponde con il silenzio. Vicenda, questa, che mostra la totale precarietà di certi hosting gratuiti: perdere i propri dati e riottenerli con un’ingente somma potrebbe capitare a tutti. E non per una semplice distrazione.

 

 

 

 

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