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Piante lunari: ecco cos’ha prodotto coltivare qualcosa con un terreno alieno

L’uomo ha intenzione di ritornare sulla Luna, o meglio, gli Stati Uniti e di conseguenza anche la Cina. Riportarci sul nostro satellite naturale non vuol dire però solo farci una passeggiata per poi tornare indietro. A questo giro i piani sono diversi, come rimanerci in pianta stabile con delle basi, o ancora delle colonie possibilmente. Gli ostacoli sono molti e tra questi c’è la fornitura costante di cibo e le piante sono un modo per riuscirci.

 

Piante coltivate con il suolo lunare

I ricercatori dietro uno studio basato sulla coltivazione di piante con suolo lunare: “Per future missioni spaziali più lunghe, potremmo usare la Luna come hub o trampolino di lancio. Ha senso che vorremmo usare il terreno che è già lì per coltivare piante. Quindi, cosa succede quando coltivi piante nel suolo lunare, qualcosa che è totalmente al di fuori dell’esperienza evolutiva di una pianta? Cosa farebbero le piante in una serra lunare? Potremmo avere coltivatori lunari?”

Da un lato c’è un successo, ovvero sono state effettivamente coltivate piante tramite regolite. Il non successo è il fatto che il risultato non è così promettente. Il terreno usano proveniva dai campioni raccolti durante le missioni Apollo 11, 12 e 17, oltre che a del normale terreno terrestre. C’è stata molta differenza tra i primi tre tipi visto l’esposizione alle radiazioni che avevano subito.

Si parla di crescione e nonostante le piante siano cresciute, la grandezza dei germogli e la lentezza con cui sono comparsi non rendono questo metodo efficace per un lungo sostentamento. Come detto però, sono i primi esperimenti fatti anche perché la regolite a disposizione è ben poca.

Ph. credit: Communications Biology

Giacomo Ampollini

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