Nel corso degli anni sono usciti diversi studi che sottolineavano come le piante domestiche erano in grado di migliorare la qualità dell’aria. Ad alcune specie nello specifico era stata attribuita la capacità di assorbire alcune sostanze. Apparentemente è così, ma un nuovo studio durato addirittura 30 anni sta cambiando le carte in tavola in merito a tale argomento. Il discorso che viene fatto è che questa capacità in realtà è così bassa che il loro impatto nel miglioramento dell’aria è inutile.
I dati in merito sono stati reperiti da altri studi, circa una dozzina. Il risultato che ne è venuto fuori è che per una casa di 140 metri quadrati ci vorrebbero 680 piante domestiche per avere lo stesso effetto di una paio di finestre aperte; sono quasi 5 piante per metro quadrato, un uso degli spazi poco pratico soprattutto vista l’alternativa.
Una dichiarazione degli autori della ricerca: “Questo è stato un malinteso comune per qualche tempo. Le piante sono fantastiche, ma in realtà non puliscono l’aria interna abbastanza rapidamente da avere un effetto sulla qualità dell’aria della casa o dell’ufficio.”
L’origine di questa credenza arriva dalla NASA quando alla fine degli anni ’90 porto avanti uno studio pensato per lo spazio. L’idea era usare le piante per purificare le stazioni spaziali da eventuali agenti inquinanti. Gli studi in merito furono positivi, ma era l’approccio ad essere sbagliato. Nel caso si usi una pianta per purificare una stanza sigillata di meno di un metro quadrato allora si, le sostanze presenti diminuiscono di addirittura il 70%. Una casa d’altro canto è un ambiente completamente diverso e anche una pianta per metro sarebbe inutile.
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