Enzimi che rompono rapidamente i sacchetti di plastica sono stati scoperti nella saliva dei vermi della cera, che sono larve di falena che infestano gli alveari. Gli enzimi sono i primi a scomporre il polietilene in poche ore a temperatura ambiente e potrebbero portare a metodi economici per riciclare la plastica. La scoperta è avvenuta dopo che un’apicoltore pulendo il proprio alveare ha visto che le larve bucavano i sacchetti di plastica dei rifiuti.
Lo studio ha mostrato che la saliva degli insetti potrebbe essere un deposito di enzimi degradanti che potrebbero rivoluzionare la pulizia dei rifiuti inquinanti. Il polietilene costituisce il 30% di tutta la produzione di plastica e viene utilizzato in borse e altri imballaggi che costituiscono una parte significativa dell’inquinamento da plastica in tutto il mondo.
La degradazione chimica potrebbe creare sostanze chimiche preziose o, con qualche ulteriore lavorazione, nuova plastica, evitando così la necessità di ricavarla dal petrolio. Gli enzimi possono essere facilmente sintetizzati e superare un collo di bottiglia nella degradazione della plastica, hanno detto i ricercatori, che è la rottura iniziale delle catene polimeriche. Questo di solito richiede molto riscaldamento, ma gli enzimi funzionano a temperature normali, in acqua e a pH neutro. I ricercatori devono fare molte ricerche e pensare a come sviluppare questa nuova strategia per affrontare i rifiuti di plastica.
Oltre ai grandi impianti di riciclaggio, gli scienziati hanno affermato che un giorno potrebbe essere possibile avere kit nelle case per riciclare i sacchetti di plastica in prodotti utili. Altri scienziati stanno attualmente studiando coleotteri e larve di farfalle per il loro potenziale consumo di plastica. Precedenti scoperte di enzimi utili sono state nei microbi, con uno studio del 2021 che indica che i batteri negli oceani e nei suoli di tutto il mondo si stanno evolvendo per mangiare plastica. Ha trovato 30.000 diversi enzimi che potrebbero degradare 10 diversi tipi di plastica.
Milioni di tonnellate di plastica vengono scaricate ogni anno e l’inquinamento pervade il pianeta, dalla cima dell’Everest agli oceani più profondi. Ridurre la quantità di plastica utilizzata è fondamentale, così come la corretta raccolta e trattamento dei rifiuti, e il riciclaggio completo potrebbe ridurre la produzione di nuova plastica. La ricerca ha identificato 200 proteine nella saliva del verme della cera e ha ristretto le due che avevano l’effetto di mangiare plastica. Questo studio suggerisce che la saliva degli insetti potrebbe essere un deposito di enzimi degradanti che potrebbero rivoluzionare il campo del biorisanamento.
Le larve dei vermi della cera vivono e crescono nei favi degli alveari e si nutrono di cera d’api, motivo per cui hanno sviluppato gli enzimi. Un’altra possibilità è che gli enzimi scompongano le sostanze chimiche tossiche prodotte dalle piante come difesa e che sono simili ad alcuni additivi nella plastica. La reazione avviene entro poche ore a temperatura ambiente, suggerendo che la rottura enzimatica potrebbe essere una via per utilizzare i rifiuti di polietilene. La creazione di una versione speculare di un enzima che degrada la plastica significa che è molto più resistente alla decomposizione, prolungandone l’efficacia.
Foto di Anja-#pray for ukraine# #helping hands# stop the war da Pixabay
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