La microplastica è un termine che negli ultimi anni si è fatto sempre più sentire, sia come conseguenza dei comportamenti inquinanti dei decenni precedenti, sia per gli studi intensi fatti in merito che hanno portato nuove informazioni alla luce. Le micro particelle della plastica sono finite ovunque, trovate in fondo agli oceani più profondi come sulla vetta dell’Everest. Si trovano anche nel vento e hanno addirittura un effetto sul clima.
Plastica e vento
Le parole di Laura Revell, scienziata che studia l’atmosfera presso l’Università di Canterbury: “Abbiamo studiato come i frammenti e le fibre di microplastiche, due tipi di microplastiche comunemente presenti nell’atmosfera, interagiscono con la luce e abbiamo utilizzato queste informazioni in un modello climatico globale per calcolare l’impatto complessivo delle microplastiche trasportate dall’aria sul clima terrestre. Sulla base delle nostre ipotesi, che sono state tratte dal numero limitato di studi sulle microplastiche nell’aria fino ad oggi, l’impatto delle microplastiche nell’aria sul clima è attualmente piccolo, come previsto”.
Attualmente il problema della plastica nel vento, sotto forma di particelle minuscole. è basso, ma il rischio è alto. Con l’aumento di quest’ultime, che è sostanzialmente una certezza, potrebbero verificarsi un conseguente aumento della dispersione della luce ultravioletta finendo per dare vita a un effetto di riscaldamento della superficie terrestre maggiore.
Secondo i ricercatori: “Le microplastiche possono quindi contribuire all’effetto serra. Nel complesso, le microplastiche si diffondono prevalentemente nelle regioni UV e visibili, come indicato dalla singola albedo di dispersione, mentre nell’infrarosso assorbono le radiazioni quasi quanto le disperdono. In assenza di sforzi seri per affrontare l’inquinamento da microplastiche, i rifiuti di plastica mal gestiti potrebbero esercitare un’influenza sul clima in futuro.”