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Pokemon Go approda in tribunale

I programmatori di Pokemon Go, noto gioco di realtà aumentata nato dalla collaborazione tra Nintendo e Niatic Inc., hanno affrontato un’azione legale negli Stati Uniti, promossa da proprietari di case infuriatisi che i giocatori sconfinassero nelle loro proprietà. Il proprietario di un condominio in Florida, fu frastornato quando centinaia di giocatori “che agivano come zombi, camminando e urtando cose” girovagavano sulla sua proprietà a tutte le ore del giorno e della notte.

Un altro si è lamentato di essere stato citofonato 5 volte per poter entrare nel suo cortile per catturare un Pokemon. Lo sviluppatore del software Niantic Inc. non ha accettato alcuna responsabilità, ma sarà costretto a pagare più di 4 milioni di dollari per mettere a tacere il caso. Le 12 persone che hanno  portato il caso al Tribunale Federale della California del Nord per tre anni, otterranno un misero risarcimento di 1000 dollari ciascuno.

Questo significa che non si è potuto avere un giudizio chiaro, non sapendo come considerare, dal punto di vista legale, oggetti virtuali nel mondo reale. Visto che la situazione non aveva precedenti, il giudice ha lasciato aperto il caso, respingendo le pretese dei proprietari, pur non accettando le argomentazioni della Niatic Inc., secondo la quale la responsabilità ricadeva solo sui giocatori.

L’app della controversia

Pokemon Go è un app per smartphone che posiziona le creature virtuali in luoghi reali e che i giocatori devono catturare. Oltre alle creature che appaiono in modo casuale, il gioco include anche soste posizionate in modo permanente, Pokestops, in cui le creature virtuali si riuniscono e i giocatori si riforniscono. Sono quelle soste, alcune delle quali poste su proprietà privata, che hanno avvalorato la causa dei proprietari.

Alla fine si è raggiunto un’accordo nel quale la Niantic Inc. ha accettato di creare un sito Web e un sistema di segnalazione online per le persone infastidite dai giocatori maleducati sulla loro proprietà e ha affermato che risolverà il 95% dei reclami entro 15 giorni. Ha rimosso i “Pokestops” vicino alle case unifamiliari non posizionandone di nuovi. Aggiungerà anche ammonimenti al gioco che avvisino il giocatore di essere più responsabile e consapevole.

Paola Tammaro

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