Secondo un recente studio sembrerebbe che i polpi siano in grado di dormire e di sperimentare qualcosa di simile ai nostri sogni. I cefalopodi dunque sperimentano un apparente stato di sonno con un’attività simile alla fase REM (rapid eye movement).
Sappiamo che la maggioranza degli animali sulla Terra è in grado di dormire, ma sino ad ora la fase REM, la fase del sonno in cui si verificano i sogni, fosse qualcosa di riservato a pochi eletti, i vertebrati. I polpi dunque potrebbero essere i primi invertebrati a sperimentare la fase REM.
A scoprire questa particolare similitudine tra noi ed i polpi, un team di ricercatori dell’Okinawa Institute of Science and Technology che hanno studiato il comportamento di questi cefalopodi durante il sonno, osservando sia periodi di sonno tranquillo, o sonno NREM (noto anche come sonno a onde lente), sia picchi di attività neurale, durante le quali gli occhi e ed i tentacoli di questi animali si contraevano e la loro pelle cambiava colore.
Attività neurali di questo tipo, simili allo stato di veglia, si verificano soltanto durante il sonno REM. Poiché possono passare dal sonno NREM a quello REM, i polpi sono dunque gli unici invertebrati conosciuti che hanno almeno due fasi del sonno.
Per condurre questa ricerca, il team guidato del neuroetologo Sam Reiterl, si è assicurato che i polpi stessero dormendo, stimolando gli animali per vedere se mai vi fosse stata una reazione ritardata. Il team ha notato che la reazione dei polpi a questa stimolazione si è verificata molto più lentamente rispetto a quando erano svegli, gli animali dunque stavano certamente dormendo.
Dopodiché i ricercatori osservato l’attività nel cervello dei polpi dormienti utilizzando la registrazione del potenziale di campo locale (LFP), una misura che tiene traccia del potenziale elettrico che circonda i neuroni, ed è un metodo elettrofisiologico in grado di raccogliere segnali dai processi cognitivi. Nel contempo hanno anche osservato i cambiamenti visibili nel comportamento all’esterno.
Durante il sonno NREM, è stata rilevata poca attività nel cervello dei polpi e non sono stati notati cambiamenti rilevanti nel comportamento, ma è stato invece rilevato un certo modello di onde cerebrali noto come “fuso del sonno”, che si verifica anche durante il sonno NREM umano.
Le registrazioni LFP hanno mostrato però, circa una volta all’ora, una sorta di fase REM, durante la quale è stato registrato un notevole aumento dell’attività nei lobi frontali e verticali, le stesse regioni che in precedenza avevano attività simili a quelle del cervello umano. Proprio durante questa fase, i ricercatori hanno notato dei cambiamenti nella colorazione della pelle.
Il cambiamento di colore del polpo avviene a livello cellulare, nei cromatofori, le cellule che contengono il pigmento. Le sacche di pigmento in queste cellule contengono principalmente pigmenti marroni, neri, rossi e gialli. Quando i muscoli attorno a ciascun cromatoforo si allentano, le sacche di pigmento si espandono, rendendo visibile più pigmento, mentre se ne può vedere meno quando i muscoli si stringono e le sacche si contraggono.
Gli scienziati pensano che sia possibile che i polpi monitorati durante lo studio si siano esercitati mentalmente usando questo sistema per mimetizzarsi in base ai loro ricordi. Se è davvero ciò che avviene, questo potrebbe indicare che i polpi potrebbero essere in grado di sognare.
Fonte: Nature
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