Nonostante sia difficile pensare che il suolo di marte, pieno di radiazioni e senza acqua, possa ospitare qualche forma di vita, l’Office of Planetary Protection della NASA si sta preparando ad ogni eventualità. L’agenzia spaziale sta prendendo precauzioni per proteggere i propri astronauti dalla presenza di microrganismi marziani come batteri e microbi della polvere.
Lo scorso 16 Maggio, la responsabile della protezione planetaria della NASA, Lisa Pratt, ha discusso di questa possibilità alla conferenza “Humans to Mars” di Washington DC. Pratt ha parlato della necessità di preoccuparsi ddei possibili agenti biologici nella polvere.
Negli anni ’60 e ’70 proprio per prevenire la contaminazione con qualche agente esterno, la NASA istituì i protocolli di quarantena per gli equipaggi ddi Apollo 11, 12 e 14. Nessuno a allora ha più messo piede su una supeficie ddiversa da quella terrestre. E prima che ciò accada la NASA prevede di raccogliere dei campioni per conoscere ciò con cui avranno a che fare gli astronauti. Anche se per fare questo sarà necessaria una struttura per contenere i campioni e analizzarli in modo sicuro.
Nuove tute spaziali
Dato che ancora la NASA non è al corrente di cosa troverà sulla superficie marziana, sta progettando delle nuove tute spaziali. Queste saranno utilizzate sia sulla Luna che sul Pianeta Rosso e avranno il compito di proteggere gli equipaggi da qualsiasi contatto con la polvere.
Nelle precedenti missioni Apollo la polvere ha eroso alcuni punti delle tute come cerniere e polsini rendendole difficili da indossare e rimuovere. Inoltre aveva danneggiato alcuni strumenti e rover. Per questo è necessario trovare un modo per tenere la polvere lontana dagli astronauti e dagli strumenti.
Su Marte questo problema sarebbe amplificato dal fatto che la polvere è chimicamente reattiva. Essa contiene un composto potenzialmente tossico chiamato perclorato. Questo, in concentrazioni abbastanza grandi, può rappresentare un problema per la salute degli astronauti.
Per fare questo la NASA sta progettando una sorta di “porta vestito” che possa coprire permanentemente le tute degli astronauti isolandoli dall’ambiente esterno. Alcuni studenti dell’Università del Nord Dakota e il Kennedy Space Center in Florida stanno invece sviluppando un’idea che userebbe cariche elettrostatiche per respingere la polvere lunare, che è a sua volta carica elettricamente.