È noto che potrebbero verificarsi dei problemi nell’effettuare un tatuaggio, come ad esempio la preoccupazione di trovare uno studio che rispetti gli standard igenici, o il finire con ritrovarsi con nanoparticelle di inchiostro nei linfonodi. Ma da questa lista si può forse escludere la preoccupazione di non poter effettuare una risonanza magnetica.
Il tipo di inchiostro ha un’importanza chiave
Molto dipende anche dal tipo di inchiostro usato per il tatuaggio. Le composizioni infatti non sono uguali per tutte le case produttrici. Alcuni inchiostri per i tatuaggi possono contenere piombo, titanio, cobalto, manganese, cromo, zinco, nichel e rame. In caso di utilizzo di questi inchiostri si potrebbero verificare problemi effettuando una risonanza magnetica. Questo perché la risonanza magnetica si effettua in una struttura circolare altamente magnetizzata, che potrebbe interagire con le particelle ferromagnetiche degli inchiostri nella pelle.
In passato si sono infatti verificati incidenti effettuando una risonanza magnetica su pazienti con tatuaggi. Nel 2011 un paziente ha, ad esempio, riportato una sorta di bruciatura nella zona tatuata effettuando un esame di questo tipo. Mentre altri pazienti hanno riportato gonfiore o bruciore nella zona del tatuaggio.
La ricerca del Max Plank Iinstitute su 330 volontari
Per cercare di stabilire quali siano i reali rischi di effettuare una risonanza magnetica con un tatuaggio, un team di ricercatori dell’Istituto Max Planck in Germania e dell’University College di Londra nel Regno Unito, ha condotto uno studio specifico.
La ricerca è stata effettuata su un campione di 330 volontari con almeno un tatuaggio. Su ognuno dei volontari è stato effettuato un esame di risonanza magnetica, ed è stato analizzata la zona tatuata, sia prima che dopo l’esame.
A seguito dell’indagine il fisico Nikolaus Weiskopf del Max Planck Institute ha affermato che “la maggior parte dei partecipanti non ha notato effetti collaterali con i tatuaggi. C’è stato un caso specifico in cui il medico dello studio ha scoperto alcuni effetti collaterali, correlati alla scansione, scomparsi però entro 24 ore, senza che la persona colpita avesse richiesto un trattamento medico”.
Una bassissima probabilità di riscontrare effetti collaterali, ma è importante scegliere bene l’inchiostro
Lo studio ha infatti dimostrato che la probabilità di una reazione negativa, nell’effettuare una risonanza magnetica, è compresa tra lo 0,17 e lo 0,3 %. Si tratta quindi di un rischio molto basso, anche se non si può affermare che non si corra nessun rischio. Le reazioni negative che si possono verificare, vanno dal formicolio al bruciore.
È però noto, che effettuando questo tipo di esame con un tatuaggio, si potrebbero creare degli artefatti nelle immagini che rischiano in qualche caso di rendere inefficace l’esame diagnostico.
Tutto questo potrebbe essere un buon motivo per spingere chi intende farsi un tatuaggio, a controllare scrupolosamente ed informarsi sul tipo di inchiostro che verrà usato.