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Presenza di plastica nelle nuvole: l’emergenza della “pioggia di plastica”

L’inquinamento da plastica ha da tempo preoccupato gli ambientalisti, focalizzandosi principalmente sulla contaminazione di oceani e terreni. Tuttavia, uno studio dell’Università di Waseda, in Giappone, ha rivelato una sorprendente estensione del problema: la presenza di microplastiche all’interno delle nuvole che fluttuano sopra il Maestoso Monte Fuji.

Le microplastiche aeree (AMP), minuscole particelle di plastica con dimensioni inferiori a 5 mm, sembrano essere diventate una parte intrinseca delle nuvole, creando una situazione che oggi viene definita “pioggia di plastica“. Questa scoperta è stata presentata in un articolo pubblicato su Environmental Chemistry Letters nel mese di agosto.

Il team di ricerca ha analizzato campioni di acqua prelevati dalle nuvole che si formano sopra il Monte Fuji, il Monte Oyama e altre catene montuose in Giappone, a altitudini comprese tra 1.300 e 3.776 metri. I risultati sono stati sorprendenti e allarmanti. “Hanno scoperto che la nube di microplastiche in alta quota potrebbe influenzare la formazione delle nuvole e, di conseguenza, avere un impatto sul clima,” ha affermato Hiroshi Okoch, autore principale dello studio.

La maggior parte delle microplastiche rinvenute nelle nuvole sembrano derivare dall’oceano, dove le balene, per esempio, ingeriscono più di 40 chilogrammi di particelle plastiche al giorno. I ricercatori hanno rilevato la presenza di sei a quattordici particelle di plastica in ogni decimetro cubo di acqua delle nuvole analizzata, rappresentando una quantità incredibile di microplastiche che costantemente ritorna alla Terra.

L’aumento dell’inquinamento da plastica negli ultimi decenni è stato associato a gravi preoccupazioni per la salute umana, tra cui il cancro, l’infertilità, le malattie immunitarie e infiammatorie intestinali. Inoltre, recenti scoperte hanno rivelato la presenza di microplastiche nel cervello di animali, attraverso la barriera ematoencefalica, sollevando preoccupazioni riguardo a possibili problemi neurocognitivi.

Inoltre, uno studio dell’Università di Coimbra ha evidenziato che le microplastiche accumulano batteri resistenti agli antibiotici nei substrati naturali, come la sabbia, all’interno dei sistemi acquatici.

Tre anni fa, ulteriori ricerche hanno individuato microplastiche nella placenta e nei tessuti umani, rivelando ulteriormente l’allarmante pervasività di questo problema in tutto il mondo. La scoperta delle microplastiche nelle nuvole sottolinea l’urgente necessità di affrontare l’inquinamento da plastica e le sue complesse implicazioni per l’ambiente e la salute umana.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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