Foto di Myriams-Fotos da Pixabay
Quante volte ci siamo chiesti se è giusto mangiare appena sentiamo fame o se dovremmo aspettare? Secondo i nutrizionisti, il tempismo dei pasti non è solo una questione di abitudine, ma un elemento chiave per la salute metabolica e la prevenzione di disturbi cronici.
Oggi, con ritmi frenetici e stili di vita disordinati, è facile saltare un pasto o spezzare la giornata con snack continui. Ma è davvero salutare? Gli esperti spiegano come organizzare l’alimentazione durante la giornata possa influenzare energia, digestione e qualità del sonno.
Secondo Ro Huntriss, dietista con sede a Londra, l’intervallo ideale tra un pasto principale e l’altro è tra le quattro e le sei ore. Questo lasso di tempo consente al corpo di completare il processo digestivo e di regolare efficacemente i livelli di zucchero nel sangue, evitando i picchi glicemici.
Alcune persone potrebbero preferire uno schema diverso, ad esempio colazione e pranzo più ravvicinati, e una distanza maggiore tra pranzo e cena. La chiave è ascoltare i segnali del corpo, evitando però di mangiare in modo eccessivamente frequente, che può disturbare i ritmi naturali dell’organismo.
Mangiare a tarda sera è una delle abitudini più comuni e più dannose per il metabolismo. Secondo la dietista Dawn Menning, consumare cibo prima di andare a dormire altera il metabolismo del glucosio, aumenta il rischio di accumulo di grasso e influisce negativamente sul sonno.
Gli esperti consigliano di lasciare almeno 12 ore di digiuno tra la cena e la colazione del giorno successivo, promuovendo così i processi di autofagia, la “manutenzione cellulare” naturale dell’organismo.
Una routine alimentare stabile, che preveda 3 pasti principali e 1 o 2 spuntini, può contribuire a mantenere alto il livello di energia durante il giorno, migliorare la concentrazione e ridurre il rischio di malattie croniche.
Inoltre, un’alimentazione strutturata rinforza il ritmo circadiano, supportando funzioni vitali come il metabolismo, il sonno e il sistema immunitario. La conclusione? Mangiare bene non è solo cosa mangiamo, ma anche quando lo facciamo.
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