Quanto costa sostituire una cintura?

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È un salvavita. Quando monti in macchina è la prima cosa che agganci, perché senza potresti essere sbalzato via dal sedile, in caso di impatto. La cintura, spesso, è un pezzo dell’auto che viene data per scontata ma non lo è affatto. Dobbiamo, infatti, pensare che, in Italia prima del 1988, il suo utilizzo non era obbligatorio. In più, con l’implementazione degli airbag, la cintura permette la postura perfetta affinché non si venga colpiti in maniera impattante e sbagliata dal loro scoppio. Anche le cinture possono usurarsi, soprattutto se la macchina che si possiede ha qualche anno. Per questo la sua sostituzione può costituire un costo, di cui parleremo più avanti. Tuttavia, i ricambi usati di buona qualità, per trovarli clicca qui, possono diminuire il prezzo di ricambio.

 

Composizione della cintura

Le cinghie delle cinture di sicurezza vengono costruite in materiale morbido per evitare di graffiare i conducenti e i passeggeri, ma allo stesso tempo devono essere resistenti al taglio e alla scalfitura, altrimenti potrebbero perdere la loro capacità protettiva. Ma non sono le uniche parti che compongono le cinture. Per questo qui di seguito riportiamo le specifiche di cui sono costituite nel dettaglio:

  • riavvolgitore: il componente che consente di srotolare la cinghia, bloccandola in caso di estrazione rapida (come quando si ha una forte accelerazione, una frenata, un urto, una curva, ecc.)
  • cinghie: le parti flessibili destinate a trattenere il corpo degli occupanti. Sono costituite da una trama di fili di plastiche intrecciate e con i bordi risvoltati in modo da non graffiare il collo dell’utente
  • regolatore: è l’accessorio che consente la regolazione in altezza. Si trova sul lato sinistro del conducente ed è collegato al riavvolgitore
  • ancoraggi: sono i punti di attacco, posizionati sulla struttura del veicolo
  • anello oscillante: strumento che consente di fissare la cintura. È in metallo, rivestito in plastica, a cui è attaccata la linguetta di chiusura
  • linguetta di chiusura: semplice strumento in metallo a forma di t, che serve a facilitarne il fissaggio
  • fibbia di chiusura: il dispositivo con il sistema di allacciamento e slacciamento, formato da un tasto rosso, che blocca e sblocca la linguetta
  • pretensionatore: serve a bloccare il corpo dell’occupante in maniera corretta, in modo tale da produrre una postura corretta. Quando la cintura è srotolata e succede un incidente, questo scoppia scoppia per spingere un pistoncino che riavvolge la cintura. Una volta entrato in funzione, non è più riparabile e dev’essere sostituito. Se, invece, il pretensionatore è elettrico, allora si può riutilizzare, perché a riavvolgere la cintura pensa un motore elettrico.
cinture
Pexels.com

 

Quanto costa la riparazione

Solitamente le cinture sono tra le componenti più durature di una vettura. Alcune auto hanno cinghie di oltre dieci anni e le loro dotazioni di sicurezza individuale non mostrano cedimenti, ma si crede che sia sempre meglio cambiarle dopo cinque-sette anni di vita, per avere una certezza della loro più completa funzionalità.

Spesso, si è costretti a cambiarle a causa di un urto, proprio perché il pretensionatore è scoppiato e quindi non è più possibile ripararlo. In questo caso, il costo del pezzo stesso si aggira attorno ai 200-250 euro. Usato, invece, si trova anche attorno o addirittura sotto ai 100 euro.

Per la sostituzione è sempre bene affidarsi a un professionista, anche se sono molti quelli che ormai cambiano le cinghie per conto loro. Magari, sarebbe bene affidarsi a degli esperti per parti più complesse, come il pretensionatore, di cui abbiamo parlato a lungo, ma anche per la sostituzione degli ancoraggi alla struttura (per non trovarsi ad aver fatto dei lavori che necessitano di manodopera ulteriore in una fase successiva, oppure che vada a discapito della nostra stessa salute, certamente sarebbe un peccato per aver voluto risparmiare pochi soldi).

In alcuni casi, infatti, conviene di più risparmiare scegliendo ricambi usati rispetto a quelli nuovi, che esistono di buonissima qualità nell’aftermarket. Conviene, invece, affidarsi ad un professionista se le riparazioni diventano più invasive, anche se abbiamo già in mano un pezzo di ricambio: ci farà pagare solo la manodopera, che per queste riparazioni è veramente minima e il tempo da impiegare per un meccanico è spesso scarso.

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