La stella di Barnard, seconda solo ad Alpha Centauri in termini di vicinanza alla Terra, si è rivelata essere il centro di un sistema planetario sorprendente. Gli scienziati hanno infatti identificato quattro pianeti rocciosi in orbita attorno a questa stella, situata a circa sei anni luce dal nostro pianeta. La scoperta, pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, è il risultato di anni di osservazioni e analisi meticolose.
Barnard b, c, d ed e: nomi semplici per mondi complessi
I quattro nuovi mondi sono stati denominati Barnard b, c, d ed e. Si tratta di pianeti di dimensioni ridotte, con masse comprese tra un quinto e un terzo di quella terrestre. La loro particolarità? Sono estremamente vicini alla loro stella, tanto che i loro anni durano da due a sette giorni terrestri. Questo significa che sono mondi roventi, troppo caldi per ospitare forme di vita come le conosciamo.
Un’impresa scientifica tra rumore e segnali deboli
Rilevare pianeti così piccoli non è stato affatto semplice. La stella di Barnard è soggetta a vibrazioni e variazioni luminose naturali che creano un “rumore di fondo” in grado di mascherare i segnali deboli provenienti dai pianeti. Per riuscire a identificarli, i ricercatori hanno applicato la tecnica della velocità radiale, rilevando piccole oscillazioni nella luce stellare causate dalla forza gravitazionale esercitata dai pianeti.
Nuove tecnologie, nuovi orizzonti
Grazie a modelli matematici sofisticati e strumenti di osservazione avanzati, è stato possibile separare il segnale dal rumore. Questo approccio apre nuove prospettive per la ricerca astronomica, in particolare nella caccia ai pianeti potenzialmente abitabili. Come sottolinea anche la NASA, perfezionare queste tecniche potrebbe consentire in futuro di scoprire mondi simili alla Terra, forse persino in grado di ospitare la vita.