La realtà virtuale (VR) sta elaborando nuove applicazioni che potrebbero rivoluzionare il modo in cui i pedoni e i ciclisti interagiscono con l’ambiente urbano, in particolare per evitare l’esposizione agli inquinanti. Un nuovo studio pubblicato su Royal Society Open Science mostra come la VR possa aiutare le persone a individuare e prevenire i rischi legati ai particolati emessi dai veicoli.
I ricercatori hanno utilizzato modelli di fluidodinamica computazionale per simulare la dispersione delle particelle nocive rilasciate da freni, pneumatici e superfici stradali. Questi inquinanti, invisibili a occhio nudo, sono responsabili di gravi problemi di salute, tra cui malattie respiratorie croniche. Nonostante l’aumento dei veicoli elettrici, le particelle nocive persistono e continuano a influenzare negativamente la qualità dell’aria, soprattutto in città altamente trafficate come Birmingham, ad esempio.
L’esperienza immersiva offerta dalla VR permette agli utenti di visualizzare in tempo reale la presenza e la concentrazione degli inquinanti. In questo modo, pedoni e ciclisti possono identificare i momenti e i percorsi più sicuri per muoversi evitando aree a rischio. Questo approccio potrebbe anche influenzare la pianificazione urbana, incoraggiando progettazioni che riducano l’esposizione agli inquinanti e migliorino la qualità dell’aria.
La ricerca sottolinea che rendere visibili gli inquinanti potrebbe essere un passo cruciale per sensibilizzare il pubblico e promuovere comportamenti più sicuri negli spazi urbani. Oltre a proteggere la salute, l’implementazione della VR potrebbe portare a città più salubri e sostenibili, con meno traffico automobilistico vicino alle aree pedonali e ciclabili.
Questa innovazione dimostra che la tecnologia, attraverso la VR, può svolgere un ruolo fondamentale nella lotta contro l’inquinamento, migliorando sia il benessere personale sia la qualità della vita nelle città moderne.
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