È stata riscontrata in una femmina di cervo, proveniente da un allevamento presso la contea di Montcalm, in Michigan, la Malattia da Deperimento cronica (CWD, Chronic Wasting Disease). La CWD è una malattia neurologica fatale che colpisce cervi e alci. I risultati dei test condotti sull’esemplare sono stati resi noti questa settimana dal Dipartimento per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale e il Dipartimento delle Risorse Naturali del Michigan.
Nel caso in questione, diverse carcasse sono state prese a campione e sottoposte a test di routine nell’ambito di un programma di sorveglianza per i cervi allevati nelle fattorie. Finora, circa 83 cervi positivi alla CWD sono stati identificati nella contea di Montcalm, che fa parte di una zona particolarmente interessata dalla patologia. Sarà perciò condotta un’indagine per salvaguardare dall’esposizione alla malattia gli altri esemplari da allevamento.
“I risultati del test e l’età dell’esemplare indicano che questo cervo è stato infettato di recente, circostanza che rende evidente l’importanza della diagnosi precoce attraverso la sorveglianza“, ha detto la veterinaria Nora Wineland. “Il MDARD e il DNR lavorano insieme, in collaborazione con gli allevatori dello Stato, per garantire la protezione di tutti i cervi del Michigan“.
“Con una malattia come la CWD, è importantissima ogni condotta messa in atto dagli abitanti del luogo“, ha detto il veterinario del DNR, la dottoressa Kelly Straka. “Che tu sia un allevatore di cervi o un cacciatore che pratica comunque lo smaltimento sicuro delle carcasse, tutti abbiamo un ruolo da svolgere nel minimizzare il rischio di diffusione della malattia“.
Da maggio 2015, quando nel Michigan è stato scoperto il primo cervo positivo alla CWD, la malattia, nota per rendere gli animali estremamente deboli e confusi, rendendoli una sorta di “zombie”, è stata spesso riscontrata in cervi dalla coda bianca da Clinton, Eaton, Gratiot, Ionia, Ingham, Jackson, Kent, fino alla contea di Montcalm.
Ad oggi, non sono stati segnalati casi di infezione da CWD negli esseri umani. Tuttavia, per precauzione, i Centri per il Controllo delle Malattie e l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano che gli animali infetti non vengano consumati da esseri umani, nè da animali domestici.
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