Uno studio ha rivelato che il carbonio radioattivo rilasciato nell’atmosfera durante i test delle bombe nucleari ha raggiunto alcuni dei luoghi più profondi dell’oceano. I ricercatori hanno individuato tracce di materiali radioativi nei tessuti muscolari di vari crostacei che popolano le fosse oceaniche.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, ha dimostrato come l’inquinamento umano può rapidamente entrare nella rete alimentare e farsi strada verso l’oceano profondo. Ha mostrato infatti come gli organismi sulla superficie dell’oceano hanno incorporato il carbonio proveniente dalle bombe nucleari. Tra questi ci sono numerosi crostacei che abitano i luoghi più frofondi della Terra, come la Fossa delle Marianne.
Il dott. Ning Wang, l’autore principale dello studio e geochimico presso l’Accademia delle scienze cinese, ha affermato: “Anche se la circolazione oceanica impiega centinaia di anni per portare l’acqua contenente carbonio nella fossa più profonda, la catena alimentare accelera questo processo“.
Il carbonio-14
Questo tipo di carbonio, particolarmente radioattivo, si crea in modo naturale quando i raggi cosmici interagiscono con l’azoto nell’atmosfera. Gli scienziati sono in grado di rilevarlo in quasi tutti gli organismi viventi e utilizzarlo per determinare l’età dei campioni archeologici e geologici.
I test risalenti agli anni ’50 e ’60 sulle armi termonucleari ha raddoppiato la quantità di carbonio-14 nell’atmosfera. Ciò a fatto in modo che esso si mescolasse rapidamente con la superficie oceanica. Di conseguenza gli organismi marini, nei decenni successivi, hanno usato il carbonio per costruire nuove molecole all’interno delle loro cellule. Gli scienziati hanno notato elevati livelli di carbonio-14 negli organismi marini subito dopo l’inizio dei test delle bombe.