Sono state ritrovate in Birmania, incluse in 31 pezzi d’ambra, delle piume risalenti al Cretaceo, che hanno quindi circa 100 milioni di anni. Le ha analizzate un team di ricercatori guidati dal paleontologo Lida Xing, della China University of Geosciences di Pechino.
Queste piume sono così ben conservate, da aver permesso ai ricercatori di effettuare uno studio dettagliato della loro struttura. Osservandole accuratamente, sono arrivati alla conclusione che non assomigliano a nessuna struttura degli uccelli oggi viventi. Potrebbero far parte di un meccanismo di difesa degli uccelli del Cretaceo. Gli uccelli lasciandole cadere nei pressi di un predatore, creavano un diversivo per poter fuggire, un po’ come fanno le lucertole con la loro coda.
Si tratta delle lunghissime piume della coda di questi antichi uccelli, spesso più lunghe perfino degli stessi uccelli.
Fino ad ora si era ritenuto che queste lunghe piume caudali, fossero degli ornamenti per i rituali di accoppiamento. Tuttavia le piume fossili ritrovate fino ad ora, erano schiacciate ed in condizioni di conservazione non proprio ottimali per uno studio dettagliato della loro struttura, e quindi anche della loro funzione.
Invece le piume appena ritrovate nell’ambra birmana invece, sono splendidamente conservate in tutte e tre le dimensioni dello spazio e sono state ritrovate a coppie. Il team di ricercatori ha potuto quindi studiare la morfologia di queste particolari piume e sulla loro funzione per gli uccelli del Cretaceo.
Le piume sono dominate dal rachide centrale, il quale è molto diverso da quello osservato negli uccelli moderni. Invece di essere un cilindro chiuso infatti, il rachide delle piume degli uccelli del Cretaceo, e aperto sul lato inferiore, dando al rachide una forma a “C” o ad “U”. È anche incredibilmente sottile, misurando in alcuni punti meno di 3 µm. Nonostante il suo ridotto spessore, le piume si sarebbero comunque mantenute dritte.
La particolare forma e sottigliezza del rachide, induce a pensare che queste piume siano state pensate per avere un costo energetico inferiore per il loro accrescimento, facendo pensare quindi a delle piume usa e getta, facilmente e velocemente rimpiazzabili. Inoltre molte delle piume trovate sembrerebbero essere cadute dall’alto e aver trafitto l’ambra che poi le ha incluse. Inoltre nei luoghi di ritrovamento delle piume, non era presente nessuna traccia del resto degli uccelli. Questo indica che, piuttosto che trattarsi di uccelli fossili morti, si tratta invece di piume perse o lasciate dagli uccelli.
Inoltre le piume non presentano colori particolarmente sgargianti, rafforzando la tesi che non si tratti di strumenti per i rituali di accoppiamento.
Sembrerebbe piuttosto trattarsi quindi di un meccanismo di difesa, di piume che possono essere tranquillamente sacrificate per creare un diversivo e permettere all’uccello di distrarre l’eventuale predatore.
La domanda che ora rimane ai ricercatori è sull’evoluzione di queste piume. Ovvero, si sono evolute da penne normali o hanno seguito un diverso percorso evolutivo? Per rispondere a questa domanda, gli studiosi dovranno esaminare un numero maggiore di campioni, il gruppo spera quindi di trovare altri campioni di piume incluse nell’ambra.
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