I due scienziati Chuck Sullivan e Jack Fitzpatrick, del laboratorio makerspace di Langley, stanno sviluppando per la NASA una serie di robot morbidi. L’agenzia spaziale progetta di utilizzarli per i “lavori sporchi” sulla Luna e su Marte.
I robot saranno progettati con materiali altamente flessibili, che gli permetteranno di muoversi come organismi viventi. Grazie all’aiuto di attuatori, essi saranno in grado di eseguire movimenti che i robot tradizionali non possono fare. Questo tipo di tecnologia, come ha spiegato Sullivan, può rendersi utile in applicazioni spaziali: “Ciò che stiamo studiando è la fattibilità dell’impiego della robotica morbida nell’esplorazione spaziale“.
L’ingegnere informatico e principal investigator James Neillan ha sviluppato per primo l’idea di utilizzare la robotica morbida in ambito spaziale. E mentre Sullivan lavora a progetti spaziali fin dal 2015, Fitzpatrick è al suo terzo tirocinio a Langley, e non aveva mai sentito parlare del concetto di robotica morbida fino ad ora.
Durante la fase iniziale del progetto, i due ricercatori stanno studiando la struttura dei robot. Grazie alla stampa 3D, realizzeranno uno stampo su cui applicare una sostanza flessibile simile al silicone. L’importanza della struttura risiede nel fatto che da essa dipende la modalità con la quale verranno costruiti gli attuatori. Essi sono costituiti da alcune camere d’aria che si espandono e si comprimono controllando i movimenti dei robot.
Dopo aver sviluppato gli attuatori, il team dovrà trovare un modo per applicare questa tecnologia nello spazio. Secondo Fitzpatrick, i robot saranno capaci di mantenere gli astronauti sicuri e produttivi durante le missioni aiutandoli anche nelle esplorazioni.
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