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Salute: conservare i denti da latte potrebbe salvare delle vite

Conservare i denti da latte, che cadono durante l’infanzia, potrebbe essere una mossa salvavita, secondo il Centro Nazionale per la Biotecnologia degli Stati Uniti. I ricercatori hanno infatti scoperto che le cellule staminali in un dente più giovane risultano essere meno esposte al danno ambientale rispetto a quelli adulti e possono contribuire a stimolare nuova crescita cellulare in altre parti del corpo.

 

Un nuovo metodo di raccolta delle cellule staminali

Questa scoperta, potrebbe sostituire la complicata procedura di accesso al midollo osseo per la raccolta delle cellule staminali. Il nuovo metodo è ancora in fase di sviluppo, ma negli anni a venire potrebbe essere ampiamente utilizzato per aiutare a combattere il cancro e far ricrescere le cellule cerebrali per prevenire possibili attacchi di cuore.

Altre applicazioni per le cellule staminali della “polpa decidua umana” (hDPSC) potrebbero essere utili a far ricrescere le ossa, rigenerare il fegato, trattare il diabete e riprodurre il tessuto oculare. Le cellule utili a tali fini potrebbero essere contenute nei denti da latte vecchi di almeno 10 anni.

 

I risultati dei test sono molto promettenti

In uno studio clinico in Cina, i denti “da latte” sono stati usati per rigenerare i tessuti in 30 pazienti che presentavano denti non completamente sviluppati. Nel 2018 è stato riportato, dopo più approfonditi studi, che questa pratica aiuterebbe a ripristinare i vasi sanguigni e le connessioni nervose nella polpa dentale adulta.

Attualmente, viene utilizzata la tecnica della “apecificazione” per stimolare la crescita delle radici quando i denti permanenti sono danneggiati, ma questo processo non sostituisce il tessuto perso e il paziente può ancora avere problemi a causa di un dente in necrosi. “Questo trattamento restituisce ai pazienti la sensazione di avere ancora i propri denti“, ha detto Songtao Shi dell’Università della Pennsylvania. “Se si stimola il dente con qualcosa di caldo o freddo, possono percepirne la sensazione e sentire nuovamente vivi i propri denti”.

Nello Giuliano

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