Le bevande molto calde potrebbero essere collegate ad un aumento del rischio di contrarre il cancro all’esofago, come suggerisce uno studio. Gli esperti hanno scoperto che bere 700 ml al giorno di tè ad almeno 60°C (circa 149 gradi Fahrenheit) era “coerentemente” associato ad un aumento del rischio di circa il 90% rispetto alle persone che invece consumavano bevande a temperature più basse.
Pubblicato sull’International Journal of Cancer, la ricerca ha studiato le abitudini di 50’000 persone di età compresa tra i 40 e i 75 anni che vivevano nel nord-est dell’Iran. Durante questo periodo, dal 2004 al 2017, sono stati identificati 317 nuovi casi di cancro all’esofago.
Il principale autore dello studio, il dottor Farhad Islami, della American Cancer Society, ha dichiarato: “Molte persone amano bere tè, caffè o altre bevande calde. Secondo il nostro rapporto, assumere bevande molto calde può aumentare il rischio di cancro all’esofago, ed è quindi consigliabile attendere che si raffreddino prima di berle“.
Nel 2016, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato come probabile agente cancerogeno l’assunzione di bevande al di sopra dei 65°C. L’AIRC ha considerato studi che hanno esaminato principalmente un tipo di tè tradizionalmente bevuto a temperature molto elevate, principalmente in Sud America, Asia e Africa: il mate. L’Agenzia ha però ritenuto che più che il tipo di bevanda, fosse la temperatura ad essere associabile al cancro.
Anna Diaz Font, responsabile del programma scientifico del World Cancer Research Fund, che ha finanziato parte dello studio, ha dichiarato: “Queste conclusioni non implicano che gli amanti del tè non possano gustare una bevanda calda, ma con circa 500.000 nuovi casi di cancro all’esofago in tutto il mondo ogni anno, la parola chiave è ancora una volta ‘prevenzione’ “.
Il professor Mel Greaves, dell’Istituto di Ricerca sul Cancro, ha dichiarato: “Non è chiaro perché e in che modo il liquido caldo abbia questo effetto. Potrebbe essere causato dal danno diretto alle cellule del rivestimento esofageo, un po’ come nei fumatori, che favoriscono il passaggio di agenti chimici cancerogeni lungo l’esofago. Poiché infatti anche il fumo è un noto fattore di rischio per il cancro all’esofago, entrambi gli elementi potrebbero esserne responsabili, interagendo tra loro e aumentando il rischio“.
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