E’ finalmente arrivato il rovescio della medaglia nel caso Samsung – Apple, rimandato alla corte suprema, da cui è stato emesso recentemente il verdetto ufficiale.
Il problema principale per cui Samsung è stata inizialmente citata in giudizio dalla compagnia della “mela” più famosa del mondo, è stato l’aver probabilmente copiato alcune delle caratteristiche dei device di origine statunitense, in particolare due punti: la funzione “slide to unlock” per sbloccare gli smartphone e, più in generale, l’intero design del device. Su questo punto nello specifico, Apple si è molto focalizzata, raccogliendo una serie di testimonianze di designer e di personalità eminenti di altri grandi brand conosciuti a livello globale affinché supportassero la sua tesi.
Come si è concluso il caso Samsung – Apple?
A quanto pare, nonostante le varie documentazioni portate da Apple e dai suoi supporters, non si è giunti ad un verdetto vincente, ma ad uscirne a testa alta è stata la Samsung. La Corte Suprema statunitense ha infatti ribadito come non fosse così facilmente possibile delineare l’emulazione del design dei device in questione o per la precisione, come non fosse possibile asserire l’emulazione dell’intera struttura, ma solo di alcuni elementi di essa. Motivo per cui la cifra che Samsung deve ad Apple per danni è stata dichiara pari a 399 milioni di dollari.
Caso Samsung – Apple e “articolo di fabbricazione“
Sembra che l’intera questione per delineare la differenza tra l’emulazione dell’intero design o di alcuni singoli elementi circoscritti, ruoti tutto attorno alla denominazione “articolo di fabbricazione”, giro di parole utilizzato per indicare i device scopiazzati. A tal riguardo si è espresso un giudice della Corte Suprema, Sonia Sotomayor, la quale ha respinto l’accusa a cui si aggrappava Apple, considerando la suddetta definizione, fin troppa ambigua e poco distinguibile nel riferimento esclusivo.
Come si sta concludendo il caso Samsung – Apple?
Basti pensare che in una prima istanza, la casa Coreana era stata condannata a risarcire 1,05 miliardi ad Apple. Dopo essersi appellata, aveva concluso il secondo grado con praticamente un dimezzamento dei danni da risarcire, riuscendo a far scendere la cifra in questione a 584 milioni di dollari. Infine ora, appellandosi anche alla Corte Suprema, è riuscita ad ottenere uno “sconto” fino a 399 milioni di dollari. Questi 399 fanno esclusivamente riferimento, secondo l’ultimo verdetto, a tre brevetti specifici: D618,677 – D593,087 – D604,305
Il caso tornerà comunque indietro alla Corte Federale che andrà a ricalcolare i danni effettiva da risarcire, ma questa volta secondo i criteri stabiliti dalla Corte Suprema.