La causa più nota, e in realtà più ovvia, del surriscaldamento climatico sono i ghiacci che si sciolgono e non solo quelli dell’Artico e dell’Antartide, ma anche delle montagne e altri giacimenti. Dal 1994, secondo le immagini satellitari raccolte, abbiamo perso 28 trilioni di tonnellate di oro bianco proprio ai due poli; trilioni in scala inglese, in scala italiana sono bilioni.
Le parole di Thomas Slater dell’Università di Leeds: “Le calotte glaciali stanno ora seguendo gli scenari di riscaldamento climatico peggiori stabiliti dall’Intergovernmental Panel on Climate Change. L’innalzamento del livello del mare su questa scala avrà impatti molto gravi sulle comunità costiere in questo secolo”.
Secondo le suddette immagini, i punti che più di tutti stanno soffrendo queste temperature sono l’Alaska, la Groenlandia e le Ande meridionali. In generale, tra il 1994 e il 2017 sono stati persi 6,1 tonnellate dai ghiacciai montani, 3,8 tonnellate dalla calotta di ghiaccio della Groenlandia e 2,5 da quella antartica.
Isobel Lawrence, esperto in materia sempre presso l’Università di Leeds: “Uno dei ruoli chiave del ghiaccio marino artico è quello di riflettere la radiazione solare nello spazio, il che aiuta a mantenere fresco l’Artico. Man mano che il ghiaccio marino si restringe, più energia solare viene assorbita dagli oceani e dall’atmosfera, facendo sì che l’Artico si riscaldi più velocemente che in qualsiasi altra parte del pianeta. Non solo questo accelera lo scioglimento del ghiaccio marino, ma sta anche esacerbando lo scioglimento dei ghiacciai e strati di ghiaccio che provocano l’innalzamento del livello del mare.”
Lo scioglimento dei ghiacci si porta dietro una lunga lista di altri problemi e ne stiamo già facendo i conti. Molte comunità stanno perdendo l’accesso a fonti di acqua dolce, le comunità costiere di tutto il mondo stanno perdendo terreno e alcune città stanno già sprofondando, il clima sta diventando sempre più imprevedibile e i fenomeni atmosferici più violenti. Questo solo per cominciare.
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