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Scoperta nelle paludi della Florida, una salamandra dall’aspetto bizzarro

È stata finalmente trovata e descritta, quella che era conosciuta come una misterosa anguilla leopardata, nelle paludi di Florida e Alabama. Si tratta in realtà di una salamandra del genere Siren, a cui è stato dato il nome di sirena reticolata.

A fare la scoperta, l’ecologo del Georgia Sea Turtle Center, David Steen, che ha pubblicato la descrizione di questa nuova specie, sul PLOS ONE.

 

I sirenidi, le salamandre dal corpo di anguilla

I sirenidi sono un genere di salamandra molto peculiare e tra le più grandi della Terra. Nel corso dell’evoluzione hanno perso le zampe posteriori e sviluppato delle branchie esterne per assorbire la maggior quantità di acqua ed ossigeno possibile. Si sono in questo modo adattate agli ambienti in cui vivono. A differenza delle altre salamandre infatti, i sirenidi vivono tutta la loro vita in acqua e sembrano apprezzare maggiormente paludi ed acque torbide e fangose. Proprio il loro habitat ne ha, fino ad ora, reso difficile le osservazioni.

Questo particolare tipo di salamandre, sono privi di palpebre e hanno una sorta di piccoli becchi ossei invece dei denti, con cui si nutrono forse di molluschi ed insetti.

 

La sierena reticolata, la bizzarra salamandra delle paludi della Florida

La sirena reticolata, il cui nome scientifico secondo la tassonomia linneana, è Siren reticulata, cresce fino a 60 centimetri di lunghezza. E come le altre specie di sirenidi è completamente acquatica.

Come ci racconta il suo scopritore, l’ecologo Steen, questa salamandra è il sirenide più grande descritto negli USA nell’ultimo secolo. Ha richiesto cinque anni di ricerca tra stagni e corsi d’acqua fangosi della Florida, prima di permettere a Steen di avere un numero sufficiente di esemplari per poter descrivere la nuova specie di salamandra. Come afferma lo stesso Steen “La peculiarità della sirena reticolata, quello che la rende così diversa dalle specie note, è proprio il pattern scuro e reticolato. Inoltre, rispetto agli altri sirenidi, ha una testa piccola e sproporzionata.

 

Gli studi iniziati da Steen nel 2009

Steen ha catturato il primo esemplare casualmente, nel 2009. Ed era la prima volta che un ricercatore si imbatteva in un esemplare di questa specie, escludendo alcuni esemplari degli anni ’70 conservati in collezioni museali.

Steen, insieme a Sean Graham, uno degli autori dello studio, ha cercato questa creatura per molto tempo, quando i due erano ancora all’università.

All’epoca solo quattro specie di sirenidi erano state individuate, ma si pensava ce ne fossero altre, tra cui un sirenide maculato. Per le prime ricerche però Steen e Graham, non hanno avuto fondi ufficiali, e lo studio era rimasto a livello di una passione, da svolgere nel tempo libero e affrontandone di tasca propria le spese.

 

L’entusiasmo degli scienziati che studiano gli anfibi

Gli addetti ai lavori per gli studi sugli anfibi, aspettavano da tempo la descrizione di questa particolare salamandra, hanno quindi accolto entusiasticamente la notizia.

La ricercatrice Jennifer Stabile, ammette che “Lo aspettavamo da tempo. Se ne discute da decenni e sapevamo che c’erano più specie di quelle documentate”.
Stabile ha fatto parte di un team che ha scoperto che due specie di sirenidi, si nutrono anche di piante. È inoltre una delle poche, ad essere riuscita a far riprodurre questi animali in cattività.

Anche secondo Alexander Kupfer, zoologo ed erpetologo allo State Museum of Natural History Stuttgart in Germania, “I sirenidi sono sempre stati sottostimati in termini del numero di specie”. Kupfer è il ricercatore che ha scoperto che, i maschi di alcune specie di sirenidi, fanno cure parentali, ad esempio sorvegliando le uova.

Lo studio è comunque ancora ai suoi inizi e molte sono le cose ancora da scoprire, soprattutto sulla riproduzione, l’alimentazione, le cure parentali e molto altro.

Valeria Magliani

Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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