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Scoperte delle nanoparticelle per il trattamento del cancro al cervello

Un gruppo di scienziati ha scoperto un promettente gruppo di nanoparticelle che potrebbero essere potenzialmente utilizzate per i tumori cerebrali intrattabili in una terapia combinata. I ricercatori hanno scoperto che esse avevano una potenziale applicazione clinica per i loro effetti sinergici da utilizzare in combinazione con il trattamento con radiazioni, l’ipertermia (utilizzando il calore per uccidere le cellule tumorali) e la loro tossicità intrinseca per le cellule tumorali. Scopriamo di più in merito.

 

Le nanoparticelle contro il cancro al cervello

Le nanoparticelle sono abbastanza piccole da attraversare la barriera ematoencefalica che proibisce altre terapie. Sono state condotte anche apposite analisi sulle proprietà magnetiche, importanti perché potevano essere utilizzate per portarle nel sito del cancro bersaglio e nel trattamento dell’ipertermia magnetica. La dottoressa Kirrily Rule, coautrice dell’articolo, ha supervisionato le indagini sui cambiamenti magnetici e chimici delle nanoparticelle di manganite di lantanio (con l’aggiunta di argento) a due temperature sul diffrattometro da polvere ad alta risoluzione Echidna presso l’Australian Center for Neutron Scattering.

Sebbene sia un’esperta nel comportamento magnetico di materiali a bassa dimensionalità con proprietà quantistiche, Rule ha affermato di essere entusiasta dell’opportunità di cambiare focus e assistere nella ricerca relativa alla fisica medica. Il comportamento magnetico delle nanoparticelle a due temperature è stato importante per lo studio perché le proprietà magnetiche cambiano a diverse temperature di transizione.

Ciò ha suggerito ai ricercatori che l’intervallo di temperatura per i trattamenti di ipertermia potrebbe essere manipolato modificando la percentuale di aggiunta dell’argento. È importante sottolineare che gli effetti biologici delle nanoparticelle e di quelle modificate erano tossici per le cellule tumorali ma non per le cellule normali. La ricerca ha aiutato a chiarire come le nanoparticelle drogate stessero uccidendo le cellule tumorali producendo alti livelli di stress ossidativo reattivo.

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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