Sui social network e su diversi blog a tema social, molti utenti hanno iniziato a lamentarsi di un presunto emergente “razzismo” di Siri, l’assistente virtuale made in Apple, sulla base dei risultati di uno studio dell’Università di Stanford. La realtà, tuttavia, è un po’ diversa da come viene raccontata in queste sedi e potrebbe essere interessante cercare di analizzare con calma la situazione. Lo studio ha concluso che i sistemi di riconoscimento vocale creati dai colossi della tecnologia hanno un “pregiudizio razziale”, che Apple avrebbe esasperato.
Il motore di riconoscimento di Apple ha identificato erroneamente il 23% delle parole pronunciate dai bianchi, ma il 45% di quelle pronunciate dagli afroamericani. Ci sono, tuttavia, due elementi molto importanti che esitano dai risultati dello studio. Innanzitutto, lo studio non ha avuto ad oggetto i sistemi di riconoscimento vocale attuali, come Siri, Alexa e Google Assistant. Piuttosto, i ricercatori hanno utilizzato gli strumenti di riconoscimento vocale forniti dalle aziende destinati all’utilizzo da parte di terzi.
Lo studio ha testato cinque strumenti resi disponibili gratuitamente di Apple, Amazon, Google, IBM e Microsoft che chiunque può utilizzare per creare servizi di riconoscimento vocale. Questi strumenti non sono necessariamente ciò che Apple ha usato alla base di Siri o Amazon usa per Alexa, ma possono condividerne tecnologie e meccanismi di fondo. Lo studio sottolinea inoltre che quando gli strumenti sono stati testati, lo strumento di Apple è stato impostato in modo diverso dagli altri e ha richiesto del lavoro aggiuntivo prima di poter essere testato.
Infine, il linguaggio utilizzato dagli afroamericani esaminato e trascritto dai sistemi era ciò che i ricercatori descrivono come “inglese volgare afroamericano“, un registro linguistico particolarmente ricco di flessioni gergali. Nessuna differenza è stata infatti trovata quando le stesse parole gergali sono state pronunciate da bianchi, quindi il pregiudizio tanto contestato è in realtà frutto del riconoscimento di una determinata terminologia e dell’interpretazione di un determinato registro linguistico.
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