Gli astronomi hanno scoperto un nuovo oggetto ai confini del Sistema Solare. Questo corpo celeste è il più distante mai identificato nel nostro sistema. Si tratta di un oggetto orbitante attorno al Sole, alla enorme distanza di 140 UA, tre volte e mezzo più lontano di Plutone.
Poiché lo scorso anno ne era stato scoperto un altro, a 120 UA dal Sole, denominato FarOut, questo è stato soprannominato FarFarOut.
Nuove scoperte mentre si cerca il Pianeta X
A scoprire il lontanissimo corpo celeste, è stato Scott Sheppard del Carneige Institution for Science, mentre era alla ricerca del famigerato Pianeta X. Il team di Sheppard non ha ancora trovato il gigante pianeta teorizzato, ma nel frattempo hanno fatto molte altre affascinanti scoperte come questa.
Oltre al corpo celeste FarOut, lo scorso anno è stata anche annunciata la scoperta del pianeta nano The Goblin, orbitante a 65 UA dal Sole e di 12 nuove lune di Giove.
Shepperd ha effettuato la scoperta di FarFarOut, mentre era rimasto bloccato da una tempesta di neve. Avrebbe dovuto partecipare ad una conferenza nella città di Washington, ma la tormenta glielo ha impedito. Così con un giorno libero senza potersi allontanare, ha deciso di approfittarne per riesaminare e rielaborare alcuni dati raccolti.
Made a little annotated gif of #Farfarout from the recorded video. pic.twitter.com/YFu8XHEgEm
— Justin-in-the-round (@cephalopernicus) 22 febbraio 2019
Nel riesaminare i dati ha individuato questo minuscolo oggetto ad oltre 20 miliardi di km dal Sole, Annunciando successivamente la sua scoperta nella conferenza programmata, rimandata a causa della neve. Un provvidenziale evento meteorologico che ha arricchito quindi il suo discorso!
FarFarOut: conoscerlo per arrivare al Pianeta X
Come non si hanno molte notizie per FarOut, lo stesso vale per FarFarOut. I due corpi celesti sono talmente lontani ed hanno un’orbita talmente grande, che ci vorranno almeno un paio di anni per ottenere qualche informazione su di loro.
La scoperta di questi oggetti così lontani è già di per sé molto importante. Ma si ritiene che possano essere di grande aiuto anche nella ricerca del Pianeta X, che si pensa possa trovarsi ad oltre 200 UA dal Sole. Analogamente a quanto si era ipotizzato per The Goblin, il Pianeta X potrebbe infatti influenzare le orbite di questi pianeti, che potrebbero quindi fungere da indicatori per rivelare la sua esistenza. Sheppard aveva infatti affermato lo scorso anno che “questi oggetti lontani sono come briciole di pane che ci portano al Pianeta X. Più scopriamo su di loro, meglio possiamo capire il Sistema Solare esterno e l’ipotetico pianeta che pensiamo stia modellando le loro orbite. Si tratterebbe di una scoperta che ridefinirebbe la nostra conoscenza dell’evoluzione del Sistema Solare”.
La scoperta non è ancora stata confermata da una peer review. Ci vorrà ancora un po’ di tempo per una pubblicazione ufficiale. Non ci resta quindi che attendere per sapere che cosa rileveranno le osservazioni future su questo lontanissimo oggetto.