Siamo certi del fatto che il titolo del post vi avrà fatto storcere il naso. Esiste realmente una batteria con carica infinita? Com’è possibile? Tutte domande certamente plausibili, ma che trovano riscontro nel lavoro svolto da un gruppo d’elite appartenente al ramo di ricerca del settore energetico.
Gli Stati Uniti, nel corso di queste ultime ore infatti, si sono portati a conoscenza di una straordinaria invenzione che investe, come mai prima d’ora, il mondo della tecnologia mobile. Il team composto da ricercatori appartenenti alla Irvine University of California, di fatto, hanno messo a punto una batteria che non si esaurisce mai.
Ad annunciare questa attesissima e di certo rispettabile invenzione è stato Reginald Penner, Preside del Dipartimento di Chimica e Capo del laboratorio interno di elettrodeposizione. Uno studio che ha ottenuto un forte riscontro di interesse e che ha visto l’immediata pubblicazione presso la rivista Energy Letters. D’accordo, ma com’è stato possibile mettere a punto una batteria senza fine?
La concentrazione dell’intera equipe di ricerca ha coinvolto lo studio dei processi di applicazione dei nanofili d’oro, un materiale dalle caratteristiche davvero promettenti sul fronte della conducibilità elettrica ed alla superficie di transito degli elettroni liberi. La loro fragilità intrinseca, comunque, si è reso necessario un successivo intervento volto a rivestire ogni singolo nanofilo attraverso una guaina composta da diossido di Manganese che a causa delle sue proprietà di ossidazione ha condotto ad una rivalutazione della scelta.
A quel punto, l’idea di poter creare una batteria inesauribile attraverso nanofili d’oro ha previsto un rivestimento differente creato attraverso un gel polimetilmetacrilato del tutto simile ad una matrice in plexyglass, la quale offre un’ottima resistenza all’ossidazione.
Quest’ultimo componente, ad ogni modo, è stato aggiunto, così come riferito dallo stesso Penner, “quasi per gioco”. Le previsioni del caso, infatti, vogliono un ciclo di utilizzo pari al massimo a 6.000-7.000 utilizzi prima della rottura fisica. Si immagini, pertanto, lo stupore generale nell’apprendere che, a tre mesi di distanza, la batteria si era resa in grado di operare oltre 200.000 cicli senza incorrere in perdite di potenza o capacità. Ecco come è stato possibile realizzare la batteria infinita.
Dalla teoria alla pratica, in questo caso, passa un’intero arco generazionale e perciò sarà difficile avere una reale applicazione della scoperta nel breve periodo a bordo dei dispositivi SMART e, più in generale, verso i terminali mobili. Ad ogni modo è sensazionale apprendere come tale invenzione possa giovare al futuro dell’IoT, dei device intelligenti ed in maniera più estesa anche al settore della gestione energetica per i trasporti. Una notizia che “da la carica”. Voi che ne pensate?