Molto spesso ci capita di fare dei sogni che al risveglio ci lasciano una strana sensazione addosso. Sogni che rimangono per un po’ vividi nella nostra mente, come se fossero accaduti realmente. A volte desideriamo che sia accaduto davvero, altre invece ci svegliamo in preda all’ansia, lieti che si sia trattato solo di un sogno.
I “sogni son desideri?”
Ma queste immagini che si affacciano nella nostra mente nel momento in cui siamo più vulnerabili, sono davvero lo specchio di ciò che abbiamo dentro? In realtà non ci sono studi che dimostrano inequivocabilmente la relazione tra il sogno ed il nostro profondo io interiore. Come afferma Deirdre Barrett psicologo e ricercatore della Hravard Medical School, “non c’è davvero nessuna ricerca che supporti tale punto di vista”. I sogni potrebbero dunque non avere una interpretazione simbolica in questo senso e nessun manuale può spiegarci che cosa accade dentro di noi, sulla base di un sogno.
Nell’antichità i sogni venivano visti come segnali divini, comunicazioni divine o predizioni del futuro. Ma fu con Sigmund Freud che, nel XIX secolo, i sogni assunsero la caratteristica di rivelatori del nostro inconscio. Freud sosteneva infatti che i sogni rivelassero quelli che sono i nostri desideri più nascosti. Dallo spunto di Freud spesso la teoria dello psicologo padre della psicoanalisi, è stata un po’ troppo semplificata e generalizzata.
L’estensione del pensiero diurno
Si potrebbe scoprire che il sogno è molto più simile al nostro pensiero normale, un linguaggio meno fantasioso di quanto si pensi. Questo, secondo lo studio di Barrett, non significa che i sogni non abbiano un loro significato, semplicemente sono un elaborazione di ciò che normalmente proviamo durante il giorno. Barrett ritiene infatti, come ha dichiarato a LiveScience, che quando sogniamo “stiamo avendo delle fantasie ambiziose, stiamo pensando a minacce e paure, stiamo pensando alle nostre vite sociali ed ai nostri cari”.
Il significato dei nostri sogni è dunque quello di essere un estensione delle emozioni provate quando si è svegli. Ma quando dormiamo, il nostro cervello non funziona allo stesso modo di quando siamo svegli. Barrett spiega infatti che durante il sonno “la nostra mente opera in uno stato chimico e biochimico molto diverso”. La corteccia visiva secondaria, ovvero quella parte del cervello che da vita alle immagini è molto più attiva, permettendoci di produrre le immagini vivide che compongono il sogno. Contemporaneamente, la corteccia prefrontale, che normalmente filtra i nostri pensieri, rallenta la sua attività, lasciando correre i pensieri a briglia sciolta.
Secondo Barrett dunque, i sogni non nascondono la chiave dei nostri desideri più segreti, bensì quella del nostro pensiero, di come il nostro cervello estende i pensieri quotidiani durante il sonno.