Nel 2019, l’amministrazione Trump ha annunciato diverse riduzioni all’Endangered Species Act. Le modifiche alla lista delle specie considerate a rischio di estinzione, hanno reso più facile rimuovere alcuni animali dallo status di protezione legale permettendo così che alcuni progetti commerciali previsti su terreni precedentemente considerati habitat critici e protetti, potessero venir realizzati.
Una politica del genere rischia di vanificare lo sforzo di protezione e conservazione della natura negli Stati Uniti. In tutto il mondo gli ecosistemi critici ed in pericolo sono costretti ad affrontare costantemente le crescenti minacce derivate dall’attività umana che comportano conseguenze che vanno dalla perdita degli habitat ai cambiamenti climatici.
Il World Wildlife Fund, meglio conosciuto con il suo acronimo WWF, tiene costantemente aggiornata la sua lista di specie a rischio di estinzione e tra queste vi sono molte specie a cui il nostro immaginario collettivo è molto attaccato e che un giorno potremmo pentirci di aver perso.
Tra queste vi sono gli elefanti della savana, considerati come specie vulnerabile. Questo animale è originario dell’Africa sub-sahariana ed è la più grande sottospecie di elefante sulla Terra. A causare la forte riduzione delle popolazioni di questo maestoso animali sono state la perdita di habitat e il bracconaggio.
Nella lista compaiono anche gli orsi polari, di cui ne sono rimasti meno di 31.000 liberi in natura. Questa specie è considerata vulnerabile a causa del cambiamento climatico che ha portato letteralmente allo scioglimento il suo habitat naturale.
Ad essere considerato vulnerabile è anche il panda gigante, decimato dalla deforestazione e dal bracconaggio negli anni ’80. Ora dopo decenni di sforzi di conservazione, il loro numero si è ripreso in modo tale che il panda gigante è stato aggiornato da in pericolo di estinzione a vulnerabile.
Vulnerabile così come lo sono ora le tartarughe caretta spesso travolte involontariamente durante le operazioni di pesca. E anche l’ippopotamo di cui ci sono ormai solo tra i 115.000 e i 130.000 esemplari allo stato brado nell’Africa sub-sahariana, decimati dal bracconaggio per la loro carne e i loro denti e per la riduzione dei loro habitat.
Tra le specie in via di estinzione vi è invece purtroppo uno dei nostri parenti più prossimi ancora in vita, lo scimpanzé. Gli ultimi scimpanzé sono rimasti nelle foreste dell’Africa centrale, mentre sono già scomparse in quattro paesi dal bracconaggio, dal disboscamento e dalle malattie.
Foto di Margo Tanenbaum da Pixabay
A fargli compagnia in questa spaventosa lista vi è anche lo squalo balena, minacciato dalla pesca non regolamentata. Così come le tigri ormai in declino da un secolo a causa del bracconaggio, delle uccisioni per rappresaglia e della perdita dei loro habitat.
La lista del WWF è purtroppo molto lunga e questi sono solo alcuni dei nomi che vi sono tristemente scritti e a cui purtroppo si aggiungono anche quelli di molte specie delicate di ambienti particolari, affascinati e suggestivi, come le Galapagos e Sumatra.
Immagine di copertina: Foto di David Mark da Pixabay
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