Spotify ha preso una posizione decisa contro la recente tassa francese sullo streaming musicale, mettendo in atto una serie di azioni di protesta e annunciando piani futuri per il 2024. La nuova imposta, che prevede un prelievo tra l’1,5 e l’1,75% su tutti i servizi di streaming musicale, è destinata a finanziare il Centre National de la Musique (CNM), istituito nel 2020 per sostenere l’industria musicale francese.
Il CEO di Spotify per le regioni Francia e Benelux, Antoine Monin, è stato particolarmente deciso nella sua opposizione, definendo la tassa un “vero colpo all’innovazione“. La società ha minacciato azioni future, e ora emerge che tali azioni includono il sostegno finanziario a due rinomati festival musicali francesi: Francofolies de la Rochelle e Printemps de Bourges a partire dal 2024. Monin ha annunciato che ulteriori iniziative seguiranno nel corso del prossimo anno, sebbene non abbia fornito dettagli specifici.
La decisione di Spotify di sostenere attivamente i festival è parte di una strategia di protesta mirata a dimostrare il suo disaccordo con la nuova legge fiscale. Mentre altre piattaforme di streaming musicale, tra cui Apple, YouTube di Google e Deezer, si sono unite all’opposizione, Spotify si è distinta per la sua chiarezza nel respingere la legislazione.
Questa mossa di protesta arriva dopo l’annuncio della settimana scorsa, quando Monin ha dichiarato che “Spotify avrà i mezzi per assorbire questa tassa, ma Spotify disinvestirà in Francia e investirà in altri mercati“. Tuttavia, la Francia, essendo un mercato significativo per l’azienda, potrebbe richiedere una riallocazione oculata delle risorse piuttosto che un ritiro totale.
Va notato che questa non è la prima volta che Spotify è coinvolta in controversie legislative; recentemente, l’azienda è stata coinvolta in un confronto con il governo uruguaiano su una legge che riguarda la compensazione degli artisti. La questione si è risolta con un’inversione di tendenza da parte di Spotify dopo un’assicurazione governativa riguardo a costi aggiuntivi.
In un’intervista a FranceInfo, Monin ha sottolineato che il piano d’azione si concentrerà sulla riallocazione delle risorse verso mercati più accoglienti per l’innovazione e gli investimenti, indicando una possibile disinvestitura graduale in Francia. La situazione resta in evoluzione, e Spotify continua a essere al centro di tensioni tra le leggi fiscali nazionali e gli interessi dell’industria musicale.
Foto di Alexander Shatov su Unsplash
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