Ogni anno, in tutto il mondo, si verificano in media dai 70 ai 100 attacchi da parte dello squalo bianco, con un numero di morti che va da 5 a 15. Ora, un nuovo materiale per muta ad alta tecnologia sviluppato dai ricercatori marini di Flinders potrebbe contribuire a ridurre tali statistiche.
Si spera che la muta possa contribuire a ridurre la perdita di sangue causata da morsi di squalo, riducendo le lesioni e prevenendo la principale causa di morte da morsi di squalo. La muta è testata sul morso dello squalo bianco poichè si tratta della specie responsabile della maggior parte dei decessi.
Lo studio ha testato due tipi di tessuti protettivi che incorporano fibre di polietilene ad altissimo peso molecolare (UHMWPE) sul materiale in neoprene standard utilizzato nelle mute umide. Le fibre di polietilene ad altissimo peso molecolare sono considerate da molti la fibra più forte del mondo. I ricercatori hanno quindi confrontato la loro resistenza ai morsi contro il neoprene standard senza strati protettivi.
Charlie Huveneers, professore associato della Flinders University, del Southern Shark Ecology Group, ritiene che i nuovi progressi tecnologici nel tessuto abbiano permesso lo sviluppo di alternative leggere che possono essere incorporate nei modelli tradizionali. Il professor Huveneers ha dichiarato: “Lo scopo di questo studio era di valutare la capacità di nuovi tessuti incorporati nel neoprene di ridurre le lesioni causate da morsi di squalo bianco. I nostri risultati hanno dimostrato che entrambi i tessuti testati possono fornire una certa protezione e potrebbero essere utilizzati come parte di una strategia di mitigazione del morso di squalo. Abbiamo testato il tessuto sugli squali bianchi perché è la specie responsabile della maggior parte dei decessi causati dai morsi di squalo“.
Lo studio
I test includevano 10 varianti di due diversi tessuti usando due test di laboratorio, test di puntura e lacerazione, insieme a prove sul campo che coinvolgono squali bianchi di lunghezza compresa tra i tre e i quattro metri.
La forza del morso dello squalo bianco è stata misurata utilizzando sensori di carico posizionati tra piastre d’acciaio circondate da schiuma. Il professor Huveneers ha aggiunto: “Abbiamo scoperto che i nuovi tessuti erano più resistenti alla perforazione, alla lacerazione e ai morsi degli squali bianchi rispetto al neoprene standard. Per perforare i nuovi tessuti è stata necessaria una maggiore forza rispetto ai tessuti di controllo (test di laboratorio) e i tagli effettuati sui nuovi tessuti erano più piccoli e meno profondi rispetto a quelli su neoprene standard da entrambi i tipi di test, vale a dire prove di laboratorio e sul campo”.
Sebbene i risultati siano positivi, saranno necessari ulteriori test in un design integrato della muta e sul potenziale danno alla carne umana sottostante per raccomandazioni più solide. “Sebbene questi tessuti possano ridurre la perdita di sangue derivante da un morso, sono necessarie ulteriori ricerche per misurare l’entità del danno alla carne umana“.