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La NASA ha ordinato il primo componente per la stazione spaziale lunare

La NASA tra i suoi futuri obiettivi ha quello di tornare sulla Luna nel 2024. L’agenzia spaziale prevede di lanciare una serie di missoni lunari per costruire una stazione spaziale lunare vicina all’orbita del nostro satellite. Recentemente ha annunciato il suo primo partner commerciale per la realizzazione dei componenti della struttura.

Giovedì 23 Maggio, l’amministratore della NASA Jim Bridenstine ha annunciato che Maxar Technologies avrebbe costruito il primo componente della piattaforma lunare. La stazione spaziale sarà composta da quattro moduli, il primo di questi sarà l’elemento di propulsione. Il suo scopo sarà quello di fornire elettricità alla stazione per spostarla.

 

Quando andremo sulla Luna, resteremo

Le parole di Bridenstine durante il suo annuncio sono state: “Questa volta quando andremo sulla Luna, andremo per restare“. Il compito della stazione spaziale lunare sarà infatti quello di garantire una piattaforma fissa e riutilizzabile. Essa sarà posizionata in un orbita ellittica bilanciata tra la Terra e la Luna. Grazie a questa posizione gli astronauti avranno un luogo dove sbarcare prima di iniziare il loro viaggio verso la superficie lunare.

Il progetto per il primo componente, dal valore di 375 milioni di dollari, non sarà diretto esclusivamente da Maxar. È stato annunciato infatti che Blue Origin e Draper si uniranno al team nella progettazione, costruzione e gestione del veicolo spaziale. Ciò fa intendere che l’elemento di propulsione potrebbe essere lanciato tramite il nuovo razzo Glenn di Blue Origin.

La NASA progetta di inviare i moduli nello spazio entro il 2022, in modo che siano pronti per l’arrivo del primo equipaggio nel 2024. Ma Maxar si sta proteggendo nel caso in cui il missile non sia pronto a volare entro due anni. Nel frattempo, nel corso del 2020 la NASA potrebbe decidere di aggiungere alla stazione spaziale lunare altri moduli. Tra questi l’agenzia spaziale progetta di aggiungere un piccolo modulo “habitat“.

Elena Camaione

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