Dal 14 gennaio sono entrate in vigore anche in Italia le nuove norme sulla plastica monouso. Anche nel nostro paese infatti sarà in vigore la direttiva SUP (single-use plastics) 2019/904 della Comunità europea, le cui regole mettono al bando alcuni prodotti usa e getta e prevedono invece una riduzione progressiva per altri prodotti, sempre monouso.
Il decreto legislativo italiano che attua la SUP dunque vieta a partire dal 14 gennaio 2022 la vendita di posate, piatti, cannucce ed altri prodotti in plastica anche “oxo-degradabile”.
In questo nuovo elenco dunque vengono inclusi anche i cotton fioc, gli agitatori per bevande, le aste dei palloncini, alcuni specifici contenitori per alimenti e tutti i contenitori per bevande in polistirene espanso.
Le scorte dei prodotti potranno essere smaltite dai venditori purché possano comprovarne l’effettiva immissione sul mercato in data antecedente al 14 gennaio 2022. Per chi immetterà sul mercato o venderà prodotti non conformi sono previste multe che andranno da 2.500 a 25.000 euro.
Il provvedimento italiano inoltre esclude dalla definizione di “plastica monouso” tutti i polimeri naturali non modificati chimicamente. Una specifica che non compare nelle norme approvate da Parlamento e consiglio UE. Il provvedimento nazionale introduce anche un impegno di riduzione al 2026 per prodotti come tazze o bicchieri per bevande e contenitori per alimenti rimasti esclusi.
Come spiega però il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, anche se l’entrata in vigore della direttiva SUP in Italia “è un importante passo avanti e la prima azione green di questo inizio 2022. (…), nella lotta alla plastica monouso non bisogna abbassare la guardia, anzi l’impegno per ridurla da qui ai prossimi anni, promuovendo sempre di più il riutilizzabile, dovrà continuare con più forza e determinazione di prima anche perché con la pandemia, purtroppo, sono tornati prepotentemente gli oggetti di plastica usa e getta”.
Ciafani aggiunge anche che, nella lotta alle plastiche monouso, un’ulteriore elemento di preoccupazione è il fatto che “in queste ultime settimane, stanno comparendo prodotti in plastica molto simili a quelli monouso ma riutilizzabili per un numero limitato di volte, come indicato nelle confezioni. Un modo, a nostro avviso, per aggirare il bando e che porta ad un incremento dell’utilizzo di plastica piuttosto che ad una sua diminuzione.”
Secondo Ciafani per combattere il monouso si dovrà puntare su tre diversi aspetti. Il primo è ovviamente una sua concreta riduzione grazie all’applicazione della direttiva SUP. Il secondo aspetto riguarda la sensibilizzazione verso uno stile di vita più sostenibile. In ultimo si dovrebbe agire sulla filiera industriale e produttiva, promuovendo i materiali compostabili dove non sia possibile evitare il monouso.
Secondo Greenpeace Italia infatti sarebbe opportuno infatti non ricorrere alla sostituzione della plastica monouso con altri materiali. In questo modo infatti si sposterebbero solo gli impatti su altri comparti, lasciando inalterato il modello dell’usa e getta.
Sarebbe invece proprio quest’ultimo a dover essere smantellato promuovendo il riutilizzabile in sostituzione del monouso. Bisognerebbe dunque spostarci su modelli che prevedano l’impiego e la diffusione di materiali durevoli e riutilizzabili.
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