In Inghilterra circa 30.000 bovini sono stati macellati l’anno scorso a causa della tubercolosi bovina, che ha colpito oltre 3.300 mandrie. Il governo inglese ha disposto, al fine di porre fine alle infezioni dei bovini, l‘abbattimento dei tassi, ritenuti responsabili e veicolo delle infezione dei bovini.
Secondo il governo dovrebbero essere introdotte nuove zone di abbattimento dove vi sono prove che i tassi sono un fattore importante nella diffusione della malattia. Ma un gruppo di esperti veterinari ritiene che uno studio, rimasto in disparte e non pubblicato per due anni, dimostra che i tassi non sono veicolo della malattia e che sono stati abbattuti inutilmente.
La professoressa Christine Middlemiss ha infatti scritto una lettera all’ufficiale veterinario del governo, in cui afferma che gli studi mostrano che quasi nessuna carcassa di tasso analizzata in due aree chiave nel nord e nel sud dell’Inghilterra presentava la tubercolosi bovina infettiva.
Il dottor Iain McGill, l’ex scienziato governativo, ed il professor Ranald Munro, presidente del gruppo di esperti indipendenti sugli abbattimenti di tassi, affermano, con altri sette veterinari, la loro contrarietà in merito alla decisione presa quest’anno dal Department for Environment, Food and Rural Affairs (Defra) di procedere ad ulteriori abbattimenti nel Derbyshire e nell’Oxfordshire.
Secondo il gruppo di veterinari, la percentuale di Mycobacterium tuberculosis complex MTB, il batterio che provoca la tubercolosi nei bovini, è inferiore all’1% nella popolazione dei tassi. Nello specifico, nell’Oxfordshire, delle 79 carcasse esaminate dagli scienziati dell’Università del Surrey, solo tre presentavano la tubercolosi bovina.
Inoltre dei tassi che presentavano segni di MTB, nessuno presentava i segni clinici della malattia. Non manifestando l’infezione, risulta improbabile per i veterinari che i tassi abbiano potuto infettare altri animali, tra cui i bovini.
Questo studio, assieme ad un altro dell’Università di Notthingam che mostra risultati simili, sono stati presentati dai ricercatori al Defra nell’estate del 2018, ma sono stati pubblicati solo alla fine di ottobre.
Middlemiss afferma anche che la Defra ha “prove conclusive che i tassi sono coinvolti nella diffusione dell’infezione” in aree particolari, come la Cumbria, grazie al sequenziamento dell’intero genoma, un processo che determina il codice genetico dei ceppi batterici che causano la TB bovina.
Ma i veterinari contestano fortemente queste affermazioni, osservando che su 313 tassi uccisi in Cumbria nel 2019, solo tre erano positivi per il ceppo di tubercolosi responsabile dell’epidemia nei bovini. Secondo il team di veterinari, la causa è da imputarsi invece all’importazione di bovini infetti ma sottoposti a screening inefficace dall’Irlanda del Nord.
Anche il governo si è detto d’accordo alla fine a non voler perpetrare l’abbattimento di una specie protetta come i tassi. Sono dunque alla ricerca di metodi alternativi di prevenzione, tra cui la vaccinazione e il miglioramento dei test in modo da contenere ed eradicare l’infezione.
Foto di Nadine Doerlé da Pixabay
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