Ad oggi, non sappiamo se la vita sia mai esistita su Marte, ma sappiamo che si verificano eventi piuttosto strani sul pianeta rosso, che poco hanno a che fare (almeno così sembrerebbe) col nostro fatidico quesito. Ma la NASA ha individuato una formazione naturale gigantesca e molto insolita, che ricorda vagamente un fiore dente di leone. Si tratta di un cratere, che risulta interessante dal momento che mostra un punto di contatto tra due diversi tipi di suolo marziano.
La NASA ha in proposito dichiarato: “Le nostre osservazioni erano inizialmente tese a verificare casi di interazione tra due tipi di terreno: una cresta rocciosa che separa un rilievo montuoso che subito dopo risulterebbe essere più liscio. Ma durante l’osservazione, uno dei ricercatori ha pensato di estendere l’immagine, per inquadrare un cratere vicino“. “Quell’estensione“, continua il comunicato, “ci ha regalato qualcosa di inaspettato: le pareti del cratere sono coperte da strisce di materiale che si concentra verso il centro del cratere. Ci sono così tante di queste strisce che il cratere ricorda un dente di leone“.
Un robot di esplorazione della NASA ha recentemente raccolto strani impulsi nel campo magnetico di Marte. Lo scorso anno il lander Insight è atterrato sulla superficie marziana per cercare di analizzare la struttura interna del pianeta. Gli strumenti di Insight includono un sismometro e una sonda per monitorare il flusso di calore sotto la superficie del pianeta. Durante i rilevamenti, la sonda scoprì strane “pulsazioni“. In un nuovo rapporto in cui si analizzavano i dati raccolti da Insight, è stato dichiarato: “Durante le ore notturne, vengono occasionalmente rilevati lunghi intervalli di pulsazioni che pensiamo siano da ricondursi al campo magnetico del pianeta“.
“Queste misurazioni hanno importanti implicazioni per la futura esplorazione di Marte“, si legge nel resoconto. Le pulsazioni su Marte consistono in onde invisibili rilevate nel suo debole campo magnetico; la Terra presenta invece un campo magnetico molto più forte, che si ritiene sia generato dal metallo liquido presente nel suo nucleo. Il campo magnetico del nostro pianeta ci protegge dal “vento solare”, cioè un flusso di particelle pericolose che sgorga dalla superficie del Sole.
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