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Arriva il più grande telescopio della storia che cambierà il modo di vedere l’Universo

Esplorare nuovi mondi, capire l’origine dell’Universo, scoprire possibili nuove vite, sembrano una nuova trama di un film di fantascienza, ma non è cosi. Si tratta di alcuni obiettivi della nuova missione del James Webb Space Telescope, il tanto atteso successore del telescopio spaziale Hubble. La NASA sta costruendo e lanciando questo telescopio in collaborazione con l’Agenzia Spaziale europea e il Canada.

Il lancio, che vedrà il telescopio a milioni di distanza, è previsto per il 18 dicembre 2021. Questo telescopio aprirà le porte ad una era dell’astronomia e sarà in grado di mostrarci cose che non abbiamo mai visto prima. È qualcosa che gli esperti aspettavano da molto tempo e finalmente sta arrivando.

 

Un nuovo telescopio sarà in grado di farci vedere l’Universo in modo diverso

Dopo più di tre decenni nello spazio, non è chiaro per quanto tempo questo satellite che rompe i confini sarà in grado di scansionare e fotografare l’universo. Il nuovo telescopio doveva già essere lanciato nel 2010 e costava circa un miliardo di dollari. Con il tempo il suo prezzo è salito a circa 10 miliardi, ma secondo gli scienziati ne sarà valsa la pena e finalmente potremmo scoprire nuovi scenari del nostro Universo.

Il Webb supererà l’Hubble in diversi modi. Permetterà di guardare non solo più lontano nello spazio ma anche più indietro nel tempo: cercare le prime stelle e galassie dell’universo. Consentirà di effettuare studi accurati su numerosi esopianeti e persino di intraprendere la ricerca di segni di vita. Già il lancio del suo predecessore Hubble è stato un passo in avanti dell’astronomia, ma questo nuovo lancio sarà qualcosa di unico. Il nuovo telescopio sarà 100 volte più potente del suo predecessore, soprattutto per due aspetti fondamentali.

Il primo riguarda la sua dimensione: Webb è di gran lunga il più grande telescopio che la NASA abbia mai tentato di inviare nello spazio. Quando si tratta di telescopi riflettenti, la componente chiave è la dimensione del suo specchio curvo. Più luce possiamo raccogliere in questo secchio, più cose deboli e lontane puoi vedere nell’universo. Gli splendidi specchi color oro di Webb si combinano per un diametro di 21,3 metri. Complessivamente, ciò equivale a più di sei volte l’area di raccolta della luce.

 

Due vantaggi sostanziali con il suo predecessore

Con il nuovo telescopio saremo in grado di vedere i bracci a spirale, saremo in grado di vedere la struttura, e poi avremo più granelli di luce ancor più in passato. Webb sarà in grado di vedere molto lontano dove sono apparse le prime stelle e le prime galassie. Secondo i dati ha la capacità di portarci oltre 250 milioni di anni dopo il Big Bang. Ovviamente anche questo telescopio ha dei limiti: prima della prima luce stellare, l’universo era avvolto da una “nebbia densa e oscura di gas primordiale”. Non c’è luce che raggiunga i nostri telescopi da questo periodo, che è chiamato l’età oscura cosmica.

Gli astronomi sperano che il Webb li aiuti a capire la fine dei secoli bui e a capire cosa ha causato il sollevamento di questa nebbia. Gli scienziati sospettano che sia stata la luce delle stelle delle prime galassie. Il secondo vantaggio riguarda il tipo di luce che è in grado di raccogliere. Il Webb è principalmente un telescopio a infrarossi, quindi vede la luce che ha una lunghezza d’onda più lunga di quella che possono vedere i nostri occhi. Questo in realtà è ciò che consente a Webb di guardare più indietro nel tempo rispetto a Hubble.

Come sappiamo il nostro universo è in continua evoluzione, le cose più lontane di noi si stanno allontanando ulteriormente. Se tutto va secondo i piani, questo tipo di scoperte potrebbero arrivare nel giro di pochi mesi. Gli astronomi di tutto il mondo stanno aspettando l’inizio del conto alla rovescia.

Ph. Credit: NASA

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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