Lo spazio ci suggestiona da millenni. Anche solo adesso eventi particolari ci fanno pensare a cose fantastiche o altro, figuriamoci in passato quando le conosce in merito erano assai meno. Un esempio calzante è quello che capitò circa 2.600 anni fa in Mesopotamia. Le nuvole si colorano di rosso e uomini di scienza e di magia accorsero da tutte le parti per cercare di capire cosa stava capitando. A distanza di anni lo sappiamo, una potente tempesta solare che grazie agli scritti in merito è arrivata fino a noi pronta per essere studiata dagli scienziati.
Tempesta solare
La prima ipotesi di un tale evento è arrivata dalla lettura degli isotopi di carbonio intrappolato negli anelli degli alberi. Tali ritrovamenti suggerivano un‘intensa attività solare, un fenomeno così potente che alcune tracce erano state trovate anche nel ghiaccio della Groenlandia, particelle radioattive per la precisione. A concludere il cerchio ci hanno pensato gli indovini babilonesi e assiri i quali tenevano note di tutto sulle tavolette di argilla.
Di queste tavolette ne vennero analizzate parecchie fino a che non ne trovarono tre risalenti al VII e all’VIII secolo. Quest’ultime parlavano proprio di bagliori rossi che coloravano tutto quelle che c’era in cielo. Datazioni che anticipavano di cent’anni la presenza di carbonio negli alberi, una differenza importante che potrebbe tornare utile nel capire come prevedere tali eventi. Tramite tutti queste informazioni, ovvero particelle nei ghiacci, segni negli alberi e documenti lasciati dagli antichi, i ricercatori sono convinti di poter riuscire a prevedere il prossimo evento di tale entità.