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Terremoti: le esplosioni elettromagnetiche predicono quando avverrà il fenomeno

Da tempo gli esperti sono a conoscenza di alcune anomalie nei campi elettromagnetici sotterranei che avvolte si verificano qualche settimana prima dei terremoti. Ciò porta a pensare che queste esplosioni elettromagnetiche possano essere utilizzate per predire effettivamente quando avvenga il terremoto.

Un nuovo studio suggerisce che la chiave per capire questa anomalia sta nei gas che tendono ad accumularsi prima di un terremoto. Questi strati impermeabili di roccia possono scivolare attraverso una faglia, creando un blocco del flusso delle acque sotterranee. Quando la valvola di guasto si rompe alla fine e la pressione diminuisce, viene rilasciato anidride carbonica o metano disciolti nell’acqua intrappolata, espandendosi di volume e spingendo le crepe nella faglia.

 

Le esplosioni elettromagnetiche potrebbero predire la presenza dei terremoti

Quando il gas viene a galla viene anche elettrizzato con gli elettroni rilasciati dalle superfici incrinate che si attaccano alle molecole di gas, generando una corrente. L’interazione accoppiata della roccia fratturata con i gas della Terra potrebbe svolgere un ruolo importante nella generazione di pre- e co- fenomeni elettromagnetici sismici.

il team è stato in grado di testare le reazioni di diorite di quarzo, gabbro, basalto e granito in simulazioni simili a terremoti in scala ridotta. Hanno dimostrato che le correnti di gas elettrificato potrebbero effettivamente essere collegate alla frattura della roccia. Il tipo di roccia fa senza dubbio la differenza. Solitamente le rocce, tra cui il granito, hanno difetti reticolari che catturano elettroni spaiati nel tempo attraverso la radiazione naturale che sale da sotto la superficie e che porta a una corrente più grande.

Anche l’anidride carbonica rilasciata da una faglia sismica potrebbe essere elettrificata e produrre campi magnetici. Altre ipotesi sulle esplosioni elettromagnetiche includono che le rocce stesse potrebbero diventare semiconduttori sotto sforzo. Come risultato di questo esperimento di laboratorio, potrebbe essere possibile rilevare il segnale elettrico che accompagna un terremoto osservando il potenziale tellurico, come un tubo dell’acqua in acciaio interrato. Un tale approccio è ora in fase di test sul campo modello.

Foto di Soham K da Pixabay

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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