Il progresso tecnologico è riuscito a cambiare in maniera radicale il mondo in cui impieghiamo il tempo libero, ma può cambiare le vite delle persone in maniera ancora più determinante. Pensiamo alla situazione di un tetraplegico, alle prese con sfide che la maggior parte di noi può solo immaginare, il progresso medico può dare un enorme aiuto a chi si trova in condizioni di difficoltà e la storia che vi raccontiamo oggi lo conferma una volta di più.
Protagonista è Bill Kochevar di Cleveland, tetraplegico da un incidente subito otto anni fa. Da allora per lui è impossibile muoversi, ma il team della Case Western Reverse University gli ha consentito di tornare a compiere piccoli gesti. Per il momento parliamo di progressi che possono sembrare esigui, ma rappresentano una grande speranza per chi, come Bill, si trova in condizioni difficilissime.
Tetraplegico riesce a muoversi solo pensando
Impugnare una tazza, mangiare da soli, piccole cose che per un tetraplegico sono impossibili. Ora però Bill può tornare a provare queste esperienze, ci è voluta un po’ di pratica ma ora può tornare a sperare. Paralizzato dalle spalle in giù in seguito a un incidente occorso in bicicletta, Bill è il primo uomo affetto da quadriplegia nel mondo a essere riuscito muovere braccio e mano con l’ausilio di due impianti temporanei.
Un’interfaccia cervello computer, con elettrodi posizionati all’interno del suo cranio, che tramite a un sistema elettrico attivano il braccio e la mano, connettendo il cervello ai muscoli paralizzati. Il paziente è anche riuscito a mangiare da solo e si tratta di un grande traguardo come afferma il diretto interessato. “Per qualcuno che è invalido da otto anni e non si può muovere, compiere azioni di questo tipo è straordinario. Molto meglio di quanto credessi”.
Per preparare il signor Kochevar al controllo delle parti paralizzate del suo corpo, sono serviti quattro mesi di allenamento tramite un braccio virtuale visualizzato sullo schermo di un computer. 36 elettrodi sono stati montati sui muscoli di mano e braccia, poi è bastato immaginare il movimento per riuscire a svolgerlo. Grande soddisfazione espressa da Bob Kirsch, autore senior dello staff, si tratta di un grande inizio per lo sviluppo di un’interfaccia atta a restaurare la mobilità nei soggetti affetti da paralisi.
Fonte: thedaily.case.edu