Circa otto mesi dopo l’eruzione del vulcano vicino Tonga, avvenuta il 14 gennaio del 2022 gli scienziati stanno ancora analizzando gli impatti della violenta esplosione e stanno scoprendo che potrebbe riscaldare il pianeta. I ricercatori hanno calcolato che l’eruzione ha vomitato nell’atmosfera l’incredibile cifra di 50 milioni di tonnellate di vapore acqueo, oltre a enormi quantità di cenere e gas vulcanici.
Questa massiccia quantità di vapore ha aumentato la quantità d’umidità e potrebbe innescare un ciclo di raffreddamento stratosferico e riscaldamento superficiale e questi effetti potrebbero persistere per mesi a venire. L’eruzione di Tonga è stata la più potente osservata sulla Terra da decenni. L’esplosione si è estesa per 260 chilometri e ha inviato colonne di cenere, vapore e gas a volare per oltre 20 km nell’aria.
Le grandi eruzioni vulcaniche in genere raffreddano il pianeta eruttando anidride solforosa negli strati superiori dell’atmosfera terrestre, che filtra la radiazione solare. Particelle di roccia e cenere possono anche raffreddare temporaneamente il pianeta bloccando la luce solare. In questo modo, l’attività vulcanica diffusa e violenta nel lontano passato della Terra potrebbe aver contribuito al cambiamento climatico globale, innescando estinzioni di massa milioni di anni fa. Le recenti eruzioni hanno anche dimostrato i poteri di raffreddamento del pianeta dei vulcani. Nel 1991, quando il Monte Pinatubo nelle Filippine ha fatto esplodere la sua cima, gli aerosol emessi da questa potente esplosione vulcanica hanno abbassato le temperature globali di circa 0,5 gradi Celsius per almeno un anno.
Nei vulcani sottomarini, le eruzioni sottomarine possono trarre gran parte della loro energia esplosiva dall’interazione di acqua e magma caldo, che spinge enormi quantità di acqua e vapore nella colonna eruttiva. Il vapore acqueo atmosferico assorbe la radiazione solare e la riemette sotto forma di calore; con decine di milioni di tonnellate di umidità di Tonga ora alla deriva nella stratosfera, la superficie terrestre si riscalderà, anche se non è chiaro di quanto. Ma poiché il vapore è più leggero di altri aerosol vulcanici ed è meno influenzato dall’attrazione della gravità, ci vorrà più tempo prima che questo effetto di riscaldamento si dissolva e il riscaldamento della superficie potrebbe continuare nei mesi a venire.
Ricerche precedenti sull’eruzione hanno scoperto che Tonga ha espulso abbastanza vapore acqueo per riempire 58.000 piscine olimpioniche e che questa prodigiosa quantità di umidità atmosferica potrebbe potenzialmente indebolire lo strato di ozono. Queste enormi quantità di vapore acqueo potrebbero effettivamente modificare i cicli chimici che controllano l’ ozono stratosferico, tuttavia, saranno necessari studi dettagliati per quantificare l’effetto sulla quantità di ozono perché altre reazioni chimiche potrebbero svolgere un ruolo anche il ruolo.
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