Nonostante la pandemia di coronavirus che è partita dalla Cina e dai mercati che vendono animali vivi e carne morta, nonostante il divieto imposta dal governo centrale, ecco che il festival di Yulin è comunque partito. Puntale come sempre con l’arrivo dell’estate, il Sud del paese ha iniziato a festeggiare banchettando con carne di cane.
C’è una differenza rispetto agli altri anni però, lo fanno notare gli attivisti, una differenza che però dovrebbe far vergognare ancora di più. Coscienti della situazione che si era creata, nella città in questione l’evento non è stato più spinto per essere il centro della città. Le normali bancherelle che vendono carne di cane sono state spostate in zone limitrofe, un mercato periferico.
Come a dire “Sappiamo che questo festival è sbagliato, ma non vogliamo annullarlo del tutto”. Altro aspetto che invece risulta un po più umano, almeno all’apparenza, è la vendita di sola carne senza l’annesso brutale spettacolo di animali vivi tenuti in gabbia. Un evento che durerà una settimana.
Yulin, il festival del solstizio d’estate in cui mangiare carne di cane
Si tratta di un evento ancora legato al passato della Cina che però continua a perdurare anche nel presente. Una pratica che sembra più legata alla tradizione di un paese povero che di una potenza economica come è il paese asiatico. Questo, insieme alla medicina tradizionale cinese, perlomeno quando prevede l’uso di parti di animali, sono quei due aspetti che un paese sviluppato del genere non può permettersi di portarsi dietro nel 2020. La speranza è che il coronavirus avesse aperto le menti, ma così non è successo, non totalmente.