Un tornado ha falciato interi campi e capannone nell’area tra Pavia e di Milano. Accade ieri, intorno alle 14 del pomeriggio, in seguito ad una serie di temporali aggressivi in atto dalla giornata di domenica. In genere, siamo abituati a immagini di vaste praterie americane devastate da tornado e trombe d’aria. Questa volte, tutto accade accanto a casa nostra.
Oltre ai campi in pieno rigoglio in questa stagione, diversi sono stati i danni recati alle strutture, come capannoni e fabbricati e numerosi tetti di abitazioni.
Quella che si vede nelle numerose immagini poi diffuse in rete, è una nube dalla forma che ricorda un imbuto. In inglese, i meteorologi la chiamano “funnel cloud”. Una nube talmente alta e definita da essere visibile persino dal centro di Milano.
La riflessione che, all’indomani del fenomeno, si fanno interessati e non riguardano le modalità di queste violente manifestazioni di maltempo. In quest’ultimo periodo sempre più minacciose e aggressive. Il primo aspetto che viene da valutare sono le conseguenze di un effetto climatico decisamente presente ed eloquente.
Il vecchio adagio “non ci sono più le mezze stagioni” sempre non essere stato più concreto di oggi. Queste conseguenze a volte bizzarre delle manifestazioni di una natura sempre più violenta si manifestano con la più elevata frequenza di ieri. In alcuni casi, lasciando con un certo sconcerto per gli eventi estremi cui siamo obbligati ad assistere e fronteggiare. Sfasamenti stagionali e precipitazioni molto intense ci portano ad un regime tropicale che alterna caldi intensi a forti piogge, nubi e turbini di vento che spazzano l’uomo e quanto gli sta attorno.
Il tornado di ieri ne è una prova.