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Ecco come fare un fantastico tour guidato virtuale di un habitat spaziale futuristico

I sostenitori degli insediamenti spaziali e i fan della fantascienza probabilmente hanno familiarità con lo Stanford Torus, un gigantesco habitat spaziale rotante a forma di ciambella che potrebbe fornire gravità e condizioni meteorologiche simili alla Terra per un massimo di 140.000 persone.

Tuttavia, non è mai stato visitato così. L’astronomo e illustratore Mark Garlick ha utilizzato il software di computer grafica 3D Blender per creare uno straordinario video di uno Stanford Torus. Di recente ha condiviso una parte di questo progetto su Twitter:

Nonostante i commenti su Twitter, Garlick ha dichiarato che “si è divertito molto a farlo. Ci sono volute circa 9-10 settimane per modellare e 48 ore per renderizzare i 2.160 fotogrammi”. Per chi non lo sapesse o se lo stesse chiedendo, ha usato una RTX3090 e una RTX3080ti.

 

La grafica realistica di Garlick fa sembrare reali i nostri sogni di un prospero futuro nello spazio

Garlick ha spiegato i dettagli dello Stanford Torus che ha usato:

Il diametro della stazione totale è di 1,8 km. Il diametro interno della sezione abitativa è di 130 metri. La sezione dell’anello ruota una volta al minuto per fornire 1 g di gravità. La luce entra all’interno attraverso una serie di specchi. Innanzitutto, uno specchio principale, sempre rivolto verso il Sole con un angolo di 45 gradi, riflette la luce sul cubo centrale. Questa, a sua volta, è circondata da un anello di specchi, sempre a 45 gradi, che dirige questa luce attraverso il soffitto di vetro e “scende” in superficie. Pertanto, la luce viene sempre direttamente dall’alto. Questi ultimi specchi possono essere modulati per accendere e spegnere l’illuminazione, simulando un ciclo diurno”.

Garlick è un illustratore freelance dal 1996 e ha scritto e/o contribuito alla realizzazione di 15 libri su spazio e astronomia, tra cui “The Universe: A travel guide” e “A Story of the Solar System“.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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